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Maxi-Sequestro all’ex Legale Lo Castro e ad avvocato Bagnato. Sigilli su un Impero Finanziario e immobiliare

- 02/07/2025
andrea lo castro
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Un nuovo, durissimo colpo al cuore degli affari illeciti che legano criminalità e colletti bianchi. È in corso in queste ore a Messina e provincia una vasta operazione della Guardia di Finanza, che sta eseguendo un decreto di sequestro preventivo su un ingente patrimonio immobiliare e finanziario riconducibile a due noti nomi delle cronache giudiziarie: Andrea Lo Castro, ex avvocato già condannato per mafia, e Francesco Bagnato, avvocato specializzato nel settore immobiliare.

Il provvedimento, che ha portato all’apposizione dei sigilli su beni per un valore ancora in via di quantificazione ma che si preannuncia milionario, è il culmine di una nuova e autonoma indagine coordinata dalla Procura di Messina. L’operazione odierna si aggiunge e corre parallela a un altro procedimento che vede entrambi già imputati, gettando un’ombra ancora più cupa sulle loro attività. Per la gestione del patrimonio sequestrato, l’autorità giudiziaria sta procedendo alla nomina di un curatore.

Chi sono i Protagonisti

I due professionisti al centro dell’indagine non sono figure sconosciute. Andrea Lo Castro, un tempo avvocato di grido nel foro messinese, è oggi un ex legale, essendo stato cancellato dall’albo in seguito a una condanna definitiva a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza ha accertato i suoi legami organici con il clan catanese Santapaola-Ercolano, per il quale avrebbe agito come consulente strategico e uomo cerniera tra il mondo della criminalità organizzata e quello degli affari.

Francesco Bagnato, avvocato attivo soprattutto nel mercato immobiliare, è da tempo considerato dagli inquirenti il braccio operativo e socio in affari di Lo Castro in una serie di complesse operazioni finanziarie, molte delle quali finite sotto la lente della magistratura.

L’Ombra dell’Operazione “Default”

Il sequestro odierno si innesta su un terreno già fertile dal punto di vista investigativo. Lo Castro e Bagnato, infatti, sono i principali imputati nel processo scaturito dall’operazione “Default”, scattata nel 2019. Per quel procedimento, la cui sentenza di primo grado è attesa entro la fine di quest’anno, le accuse sono pesantissime e descrivono un sistema predatorio ben collaudato.

Secondo la Procura, i due avvocati avrebbero messo in piedi un’associazione per delinquere finalizzata a una serie di reati finanziari, primo tra tutti la bancarotta fraudolenta. Il presunto modus operandi consisteva nell’acquisire società in crisi finanziaria, svuotarle sistematicamente dei loro patrimoni (in particolare dei beni immobili, vista la specializzazione di Bagnato), per poi condurle al fallimento, lasciando i creditori con un pugno di mosche. Le accuse a vario titolo nel processo “Default” includono anche l’autoriciclaggio e il trasferimento fraudolento di valori.

La Nuova Indagine e il Futuro Giudiziario

Anche se i dettagli della nuova inchiesta che ha portato al sequestro odierno sono ancora coperti da riserbo, è quasi certo che essa rappresenti uno sviluppo delle indagini precedenti. Gli investigatori della Guardia di Finanza, analizzando i flussi finanziari e le operazioni emerse durante il processo “Default”, avrebbero individuato ulteriori attività illecite e un patrimonio accumulato che si ritiene essere il profitto di tali reati.

Per Lo Castro e Bagnato si profila dunque un autunno caldissimo sul fronte giudiziario: da un lato l’attesa per una sentenza che potrebbe essere pesantissima, dall’altro una nuova indagine che, partendo dall’aggressione ai patrimoni, mira a smantellare definitivamente un impero economico costruito, secondo l’accusa, sull’illegalità e all’ombra della mafia.

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