
Un punto di vista che dovrebbe essere prezioso per chi è chiamato ad intervenire, piuttosto che “fastidioso” perché mette in piazza fatti
Dalle lettere aperte fino ad un contributo fisso, di riflessione, di analisi e condivisione di chi il disagio abitativo, l’emergenza, le difficoltà oggettive, le conosce davvero. E’ così che chi ormai regolarmente manda a noi le proprie considerazioni, merita uno spazio fisso e continuato che vogliamo dedicare. Sono tutte considerazioni firmate e mai violente o belligeranti, ma pacate prese d’atto dal di dentro, di come viene gestita l’emergenza abitativa a Messina. Un punto di vista che dovrebbe essere prezioso per chi è chiamato ad intervenire, piuttosto che “fastidioso” perché mette in piazza fatti che, spesso, chi gestisce emergenze vorrebbe che rimanessero in un più comodo silenzio.
LA NUOVA LETTERA – “Fatevi un esame di coscienza! Avete i fondi Pinqua! Usateli!“

“Sono sempre io, la cittadina che ha scritto del suo disagio abitativo. La stessa che aveva nel cuore il desiderio che il signor Scurria potesse prendere in mano tutta la situazione case.
Sono sempre io si, ormai sta diventando un hobby condividere i miei pensieri.
Nelle ultime ore ho visto più volte la notizia di quella coppia che ahimè viveva in macchina. E poi stamani, trovo la notizia eclatante “La coppia che dorme in auto, Basile e Messina Social City: Aiutiamo tutti”. Già solo il titolo mi ha fatto ridere di prima mattina.
L’articolo poi vorrebbe quasi giustificare Sindaco, assessora e assistenti sociali.
Ma la parte più divertente di tutto l’articolo sono le seguenti righe:
‘L’amministrazione comunale e la Messina Social City operano quotidianamente in silenzio per tutelare le storie delle persone che si trovano in uno stato di vulnerabilità. Messina social City rappresenta un presidio di legalità sul territorio, accogliendo richieste di aiuto di coloro che scelgono di non intraprendere percorsi di illegalità e collaborando costantemente con le forza dell’ordine,’ conclude la nota.
Questa è in assoluto la parte dell’articolo che preferisco. La parte che più mi ha fatto ridere e che più di tutte posso smentire.
Io in disagio abitativo da 4 anni, ho sempre parlato e chiesto se c’erano novità per me e per la mia famiglia. Le risposte sono sempre state poco delicate e prive di empatia.
Assistenti sociali palesemente seccate, che ti suggerivano poi di parlare con l’assessora o di aspettare il famoso bando. Mai uscito…
Ma non ci sono soltanto io. ‘Ci sono persone che stanno peggio di lei.‘ – cit assessore Calafiore. Il pensiero non mi rincuora, ma effettivamente cos’è stato fatto anche per le altre persone? Nulla. Poiché chi si trova in disagio abitativo non viene ascoltato.
Troviamo la signora Mara, di cui ormai tutti conosciamo la storia. La signora Carmela, la signora Carmen, la signora Ketty, il signor Antonio, la signora Antonina. Tutta famiglie con minori e alcune con disabilità media o grave, certificata.
Infine l’ultima famiglia di cui ho saputo tramite un altro articolo, Antonio con la moglie Patrizia. Anche loro in disagio abitativo, anche loro attendono da anni. Sono sicura che il numero è molto più elevato rispetto ai pochi contatti che sono riuscita a trovare.
Alla fine l’articolo su Pasqualino e Brigida conclude così ‘Momentaneamente la coppia dormirà in una stanza di Fratelli tutti, ci ha comunicato oggi l’assessora alle politiche sociali Alessandra Calafiore’. Ma davvero la soluzione è questa?
Di tutti gli alloggi chiusi che ha il comune. Di tutti i fondi che il comune ha per acquistare case, la soluzione è davvero una stanza?
Fatevi un esame di coscienza! Avete i fondi pinqua! Usateli!
Un anno è passato dalla notizia di questi fondi, mentre io e molte altre famiglie siamo in disagio abitativo da anni! Anni! Non giorni. Non so se la vostra è incompetenza o mancanza di voglia di lavorare. Oppure potrebbe essere che semplicemente non avete voglia di toglierci da questo disagio! Semplicemente non volete?
Perché toglierci dal disagio abitativo doveva essere semplice visti i fondi che avete a disposizione.
Concludo con una piccola ma valida annotazione. Il signor Scurria ha ottenuto il rispetto delle persone lavorando sodo, ascoltando gli altri e risolvendo la situazione di innumerevoli famiglie. I fondi a sua disposizione li utilizzava comprando case e sistemandole laddove fosse necessario, ma lavorando così ha risolto molte situazioni critiche. E nel mentre quante situazioni di disagio o di emergenza abitativa ha risolto il comune di Messina?
Lascio a voi la risposta”.
“La speranza è qualcosa di estremamente fragile, ci vuole un attimo per distruggerla. Io non so più in cosa sperare. Ma sogno ancora che qualcosa possa cambiare… sogno ancora una casa sicura!”
Lettera firmata
