Decentramento questo sconosciuto a Messina. Inseguito da tempo, da molto più “venduto” come principio da perseguire, “rivenduto” come diritto di condivisione dei residenti, ma sempre promessa non mantenuta. E potrebbe accadere anche nel caso dell’utilizzo dei fondi PINQUA con i quali l’Amministrazone comunale prevede di costruire nuovi fabbricati di edilizia sociale a Bisconte. “È notizia che l’ Amministrazione Comunale avrebbe intenzione di rimodulare i progetti di costruzione di Bisconte e Fondo Fucile finanziabili attraverso i fondi PINQUA”, dichiara Alessandro Cacciotto, Presidente della Terza Municipalità. Ad esempio a Bisconte i “palazzoni” dovrebbero passare da sei a tre. Sulla costruzione di questi annunciati nuovi quartieri “dormitorio” in molti si sono schierati contro, se non per la vicinanza di queste previste costruzioni con il torrente. “Spero tanto, continua Cacciotto, che stavolta l’Amministrazione Comunale non reiteri nell’ errore e cioè quello di non condividere con la Municipalità e con i residenti i progetti“.
E dopo una stagione della viabilità non condivisa e contro la quale l’assessorato comunale non ha accettato quasi nessuna critica e alcun disaccordo, la Terza Municipalità oggi dice “Basta con scelte calate dall’alto.”. “La Municipalità ha il diritto e dovere di dire la propria rispetto a possibili nuove costruzioni e dunque di conoscere i progetti per tempo ma, soprattutto, i residenti dei territori in cui dovrebbero sorgere nuovi ed imponenti immobili hanno tutto il diritto di conoscere il futuro del loro territorio nonché di conoscere il proprio destino. Da quello che ho potuto ascoltare in questi giorni, non c’è voglia di palazzoni, dichiara Cacciotto, ma c’è voglia si di una casa ma anche di un contesto abitativo che non sia solo quartiere dormitorio; c’è voglia anche di un quartiere in cui bambini, adulti ed anziani possano vivere il loro territorio senza dover necessariamente “spostarsi” in centro città per sentirsi cittadini”.
Non è dunque escluso che nei prossimi giorni si predisponga quanto necessario per attivare assemblee pubbliche o comunque forme consultive, dando così voce ai veri protagonisti dei territori e cioè i cittadini che risiedono.
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