Livio Andronico, UIL FPL: “Quello che chiediamo di sapere come UIL è quando si potrà provvedere alla riapertura della degenza con personale sanitario specializzato h24?”.
Messina, 24 ottobre ’24 – Ospedale Papardo, Messina Nord. Entrando dal terzo piano, nei pressi del pronto soccorso, il reparto di Oncologia Medica è indicato da due diciture: degenza e day hospital. La degenza è chiusa: al momento non sono più disponibili i tre posti letto. Il day hospital è, invece, in funzione con circa 40 accessi giornalieri di pazienti che arrivano non solo da Messina. Il day hospital di Oncologia copre infatti ampiamente tutta la fascia tirrenica e nebroidea della provincia di Messina ed anche oltre. E 40 pazienti al giorno è un numero importante.
E’ la sanità siciliana, in tempi che non sembra il Covid abbia insegnato nulla. Tra coperte finanziarie sempre più corte, carenza di medici ormai strutturale, una politica che sembra sempre più attenta al risparmio ed alla “produttività” piuttosto che alla salute di cittadini, che in proporzioni sempre maggiori, rinunciano a curarsi per una crisi economica ormai endemica, è risuonato come un allarme aereo la sospensione del servizio di degenza per un reparto essenziale come quello di Oncologia presso l’ospedale Papardo.
Negli ultimi giorni, infatti, il clamore per la soppressione dei tre posti letto della degenza oncologica ha allarmato molto sia pazienti che addetti ai lavori, e, in particolare, il Sindacato UIL FPL, di cui è segretario Livio Andronico. Il timore è che pian piano di proceda alla progressiva e più o meno veloce dismissione del reparto che rimane un irrinunciabile punto di terapia e diagnosi per la sua numerosa utenza.
Il rischio è che il reparto di oncologia, distintosi più volte per qualità e capacità medica, possa giungere impreparato al varo della nuova rete ospedaliera siciliana prevista per il 2025 e che, con la soppressione di tre posti letto (cosa decisa peraltro dallo stesso ospedale, caso unico più che raro) sia considerata alla stregua di un’unità “non produttiva” e che, pertanto, possa essere soppressa davvero.
Ma il rischio è reale? O è un falso problema, calcolato e in via di soluzione?
Di certo c’è che se la coperta finanziaria per la sanità è corta lo è ancora di più per il Papardo che sconta una gestione che ha lasciato circa 15 milioni di debito, buco amministrativo di gestione con il quale sta confrontandosi la dottoressa Catena Di Blasi, direttrice generale della struttura ospedaliera messinese da febbraio di quest’anno. Una coperta che oggi non consente di operare come un ospedale importante come il Papardo, punto di riferimento non solo per Messina Nord, potrebbe e dovrebbe. Le soluzioni ed i correttivi ci sono e sarebbero già al vaglio dell’Assessorato Regionale alla Salute dell’assessore Giovanna Volo. Lo assicura la stessa dirigente Di Blasi.
Ma partiamo dal sindacato che maggiormente si è preoccupato ed occupato della questione.
Livio Andronico di UIL FPL Messina segue fin dall’inizio la vicenda: “Il reparto di Oncologia del Papardo non è più in convenzione con il Policlinico di Messina e l’allora manager dottor Paino fece sì che rimanesse comunque nella dotazione organica dell’ospedale e, quindi, con i medici della struttura. Ed è proprio questo il punto: la disponibilità effettiva di medici del Papardo che possano operare all’interno del reparto che, al momento, non sono sufficienti a garantire il mantenimento dei posti letto”.
Il reparto degenza di Oncologia del Papardo, infatti, al momento è chiuso e non operativo, e ciò avviene proprio perché con la disponibilità di oncologi in servizio al momento, all’ospedale Papardo, non è possibile garantire la presenza h24, come invece prevede la degenza, di sanitari specializzati. Insomma la degenza non è operativa perché, molto semplicemente, non ci sono medici a sufficienza, in quanto è venuta meno la convenzione con il Policlinico ed i costi sono tutti a carico del Papardo, che deve provvedervi con un carico sulle spalle del bilancio di oltre 15 milioni da ripianare entro dicembre 2024.
“Nel mese di luglio, continua Andronico, la dirigente del Papardo, dottoressa Catena Di Blasi, insediatasi a febbraio di quest’anno, per ovviare alla carenza, ha chiesto al direttore generale di ASP, Giuseppe Cuccì, di poter utilizzare in convenzione la graduatoria del personale oncologico. Quello che ci chiediamo come UIL è quando si potrà provvedere alla riapertura della degenza con personale sanitario specializzato h24?”.
“Operiamo in regime di massima economicità – ci dice la dottoressa Catena Di Blasi, direttrice generale dell’Ospedale Papardo, che incontriamo senza preavviso e che, più che gentilmente, ci accoglie – e pertanto abbiamo provveduto ad evitare di dover bandire un concorso per la ricerca di personale oncologico, con i costi che ne sarebbero conseguti, ritenendo logico ed economico, appunto, chiedere all’ASP di poter accedere in convenzione alla graduatoria del personale specializzato. La graduatoria già sussiste e pertanto, oltre a garantire al Papardo un necessario risparmio di fondi, consente soprattutto di abbattere tempi che altrimenti sarebbero molto più lunghi. In termini di dotazione finanziaria, infatti, per il reparto oncologia, il limite era stato già ridimensionato ad 8 milioni euro, adesso con il rientro del debito, questa è l’unica soluzione per ripristinare la degenza in Oncologia“.
SOSPENDERE LA DEGENZA UNA SCELTA OBBLIGATA MA MOMENTANEA: “PIU’ DAY HOSPITAL, MENO LISTE D’ATTESA PER LE PRIME VISITE”
“Noi operiamo con costi, soprattutto farmacologici, elevatissimi – riferisce il dottor Paolo Cardia dirigente sanitario del Papardo – Lavoriamo a pieno regime con circa 35/40 day hospital al giorno. Proprio alla luce della coperta finanziaria corta, avevamo solo un’alternativa: ridurre la spesa dei farmaci, vitali per la tipologia dei nostri pazienti, o sospendere momentaneamente la degenza, limitando così il costo relativo alla presenza H24 del personale sanitario che ne consegue. Considerato che nella maggior parte dei reparti oncologici l’attività primaria è quella di terapia, che si svolge prevalentemente in regime di day hospital, la scelta è stata logica e chiara: sospendere la degenza ed incrementare l’attività di day hospital.
Ma non solo: con il potenziamento dei turni di servizio dei medici di oncologia stiamo provvedendo a ridurre la lunga lista di attesa di prime visite oncologiche che risalivano anche a parecchi mesi. Abbiamo, pertanto chiesto ai medici quotidianamente, appena conclusa nel pomeriggio l’attività di day hospital, di effettuare le prime visite della lista d’attesa fino alle ore 20. Cosa che sta regolarmente accadendo con una media di 15 prime visite settimanali, circa 60 al mese. In definitiva la lista di attesa si sta assottigliando“.
I RICOVERI ONCOLOGICI: NEL FRATTEMPO?
Ma se i pazienti oncologici avessero necessità di ricovero? “In questo caso – risponde Cardia – disponiamo il ricovero presso il reparto di Chirurgia generale o di Medicina, ponendo il paziente in carico ad un medico oncologico che rimane reperibile h24 e può intervenire anche per ciò che riguarda la terapia“.
LA SOPPRESSIONE NON C’E’: DI BLASI “E’ UN FALSO PROBLEMA”
“E’ un falso problema – sostiene la direttrice Di Blasi – perché stiamo ottimizzando quel che c’era a disposizione. Oggi, grazie alla graduatoria messa a disposizione dall’ASP del direttore Cuccì, possiamo aumentare le risorse a nostra disposizione. Attingeremo da questa graduatoria già formata per inserire almeno due medici e provvederemo anche alla nomina di un primario che, dal pensionamento del dottor Adamo, al momento Oncologia non ha. Con l’inserimento di queste nuove figure la degenza potrà essere riattivata in tempi brevi.”.
E PER QUANTO RIGUARDA LA RETE OSPEDALIERA? ABBIAMO MANTENUTO TUTTO SENZA RIDUZIONI
“In sede di concertazione – sottolinea la dottoressa Di Blasi – abbiamo mantenuto ciò che c’era, senza alcuna riduzione. Anzi le confermo che abbiamo intenzione di aumentare la terapia e gli interventi. Fermo restando che potrebbero venirci incontro anche i nostri ‘cugini’ nell’ambito del territorio, perché se qui, al Papardo, si dà questa mole di terapie, è chiaro che qualcuno ne dà anche meno. Sarebbe necessario creare una rete integrata nel territorio dove l’Azienda ospedaliera Papardo abbia un ruolo concreto di capofila. Noi siamo e rimaniamo punto di riferimento ed i farmaci li dobbiamo garantire sempre e comunque, a discapito di qualsiasi spending review o di qualsiasi decisione politica”.
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