Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha accusato l’esercito russo di aver violato il cessate il fuoco a Mariupol, bombardando il corridoio umanitario di Zaporizhzhia che dovrebbe permettere ai civili di lasciare in sicurezza la città meridionale che affaccia sul mar nero. Il ministro ha pertanto fatto appello alla comunità internazionale affinché garantisca l’evacuazione della popolazione.
Il cessate il fuoco e i corridoi umanitari sono attivi da stamani per cinque città del Paese (Kiev, Kharkiv, Mariupol, Chernihiv e Sumy), come stabilito nel corso dei negoziati di ieri in Bielorussia tra la delegazione russa ed ucraina. Come ha denunciato il presidente Volodymyr Zelenksy, la popolazione di Mariupol – che conta circa 300mila abitanti – non solo è esposta al rischio degli attacchi ma è rimasta senza riscaldamenti, comunicazioni telefoniche, acqua, farmaci e altre forniture mediche.
Stando a quanto riferisce la testata locale Kkrinform.net, nel suo discorso alla nazione il presidente ha inoltre denunciato che “per la prima volta dai tempi della seconda guerra mondiale”, a Mariupol “un bambino ieri è morto di sete”. La città “pacifica e laboriosa”, ha denunciato ancora il capo dello Stato, “è stata circondata e bloccata” dalle forze armate russe, che hanno “deliberatamente torturato” la popolazione “interrompendo le comunicazioni, l’approvvigionamento alimentare, idrico e dell’elettricità”.
Almeno 41 minori hanno perso la vita da quando la Russia ha lanciato un’operazione militare contro l’Ucraina il 24 febbraio scorso, stando a quanto riferisce il governo di Kiev.
dire.it
Condividi: