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La versione di De Luca ed il NUOVO piano di riequilibrio. Si ricomincia tutto daccapo. La verità oltre le “lacrime”

- 09/02/2022

L’udienza di chiarimento del sindaco di Messina, Cateno De Luca, si è svolta in a “porte chiuse” e l’unica versione è quella del primo cittadino che avrebbe ricevuto anche “i complimenti” dalla magistratura contabile per il piano rimodulato. Un piano quindi cambiato, in sostanza NUOVO, e che quindi dovrà essere nuovamente sottoposto a tutte le tappe necessarie per poter essere nuovamente esitato. Un nuovo piano che si avvale quindi della Legge di bilancio 2022 che prevede per i Comuni che aderiscono alla rimodulazione del Piano di Riequilibrio, dopo formale adesione da comunicare al Ministero dell’interno e alla Corte dei Conti, il termine di 120 giorni per presentare nuovo Piano rimodulato.

“Da nessuna parte c’è scritto che il Consiglio comunale abbia obbligo di aderire in 20 giorni presunti alla rimodulazione del Piano” scrive in un suo post il consigliere Alessandro Russo del PD. Ed in effetti è lo stesso Sindaco che invita il Consiglio comunale a “votare il piano rimodulato” . Ma il termine perché ciò accada è, appunto, di 120 giorni, quattro mesi, ben oltre quindi le presunte dimissioni annunciate da De Luca.

“L’adesione alla rimodulazione del PdR comporterebbe quindi , continua Russo, il riavvio dell’iter del Piano stesso, che pertanto ripartirebbe dal primo step, ossia la presentazione del Piano alla Sotto Commissione del Ministero dell’Interno, come fu nel caso del vigente Piano. Solo dopo il riesame di questa Sotto Commissione, e relativo esito, andrebbe alla Corte dei Conti”. Quindi nessun esito positivo ma oggi sarebbe avvenuta solo la RIMODULAZIONE DEL PIANO di fronte al quale ed in forza della legge su citata la Corte dei Conti non può aver espresso alcun parere. La Corte dei Conti, infatti, potrà riesaminare il nuovo piano di riequilibrio, benché rimodulato, senza il precedente e previo esame del Ministero dell’Interno. “Impensabile sotto ogni aspetto, normativo e procedurale, che la Sezione Sicilia della Corte dei Conti abbia chiesto il nuovo Piano in esame al 28 febbraio” scrive Alessandro Russo. “Ad ora, la Corte non ha prodotto alcun comunicato ufficiale, alcun atto formale. Ciò di cui la città di Messina sta parlando è basato sulla SOLA versione dei fatti” fornita dal Sindaco di Messina. Pertanto, secondo Russo, “sulla base dei rilievi critici della Corte dei Conti di poche settimane fa il dissesto del Comune sarebbe stato quasi certo”. La Legge del Governo Draghi offre, dunque, la possibilità di rimodulazione del Piano di Messina che secondo la Corte era pieno di rilievi critici, offrendo, pertanto, la possibilità al sindaco De Luca di aderire a un iter che rinvia ancora per qualche anno la decisione sul Piano di riequilibrio della Città. “Ossia, si offre una possibilità di fuga a ridosso delle elezioni a un sindaco che scappa” conclude Russo.

Quindi, Messina è salva? No, la sua sorte è solo rinviata di qualche anno con un nuovo Piano di riequilibrio oggi firmato De Luca. Ogni amministrazione comunale, d’altronde, a Messina ne ha firmato uno. Almeno finora.