“Il sindaco De Luca, eletto nel 2018, è riuscito ancor prima del finanziamento speciale a svuotare sette dei 72 blocchi di baracche della città, fornendo nuove abitazioni a 300 famiglie. Ora, con i 100 milioni di euro di Roma, il governo punta a sgomberare tutte le baraccopoli rimaste”. Inizia così una delle dichiarazioni raccolte da Emma Bubola, giornalista italiana per il New York Times, nelle tante baracche che ancora sono abitate e che continuano a stare in piedi a Messina.
“Ma molti negli slum sono scettici” scrive la Bubola sul prestigioso quotidiano americano. Un articolo che fotografa quanto gli abitanti siano quasi rassegnati a non vedere soluzione concreta alle loro aspettative di andar via dalle baraccopoli, slums, per riportare il termine americano, che nulla hanno a che fare con il 1908. Anche se l’articolo parte proprio ed impropriamente dal terremoto dello Stretto di Messina per poi virare fino a Mussolini degli anni trenta.
I commenti rilasciati alla giornalista americana sono lapidari:
“Non mi fido più di nessuno”, ha detto alla giornalista Sebastiano De Luca, “58 anni, che vive in un blocco di baracche stretto tra un canale ostruito e l’obitorio del più grande ospedale di Messina.
Per decenni, i politici hanno visitato le baraccopoli prima delle elezioni, promettendo alloggi in cambio di voti. Il signor De Luca – nessuna relazione con il sindaco – ha detto che una volta ha aiutato a consegnare centinaia di voti dai suoi vicini a un candidato locale sulla sua assicurazione di distribuire le case dopo il suo insediamento. La promessa non è stata mantenuta. “Mi ha preso in giro”, ha detto il signor De Luca una mattina di poco tempo fa, dopo aver trascorso la notte precedente a piedi nudi sotto la pioggia, liberando il canale dai sacchi della spazzatura e dai rifiuti per evitare che la sua strada si allagasse. “.
“Mio marito diceva che moriremo nella capanna”, ha detto alla giornalista, la signora Provvidenza Fucile, 82 anni, abitante del Rione Taormina. “In effetti, è morto qui.” conclude amara Provvidenza, così come l’articolo del New York Times. Un articolo che speriamo davvero sia stato letto bene e fino in fondo.
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