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Garau, un paradosso insopportabile. Il “NULLA” è arte? Per chi ha speso 15 mila euro per una “scultura” inesistente sì.

- 01/06/2021

Garau, un paradosso insopportabile. Il “NULLA” è arte? Per chi ha speso 15 mila euro per una “scultura” inesistente sì.

 

1 giugno – di Giuseppe Bevacqua

Non sono un critico d’arte, ma nell’arte, quella vera e materialissima, ho vissuto fin dalla mia prima infanzia. Ricordo la terrazza assolata dove mio nonno, mio omonimo, dipingeva ad acquerello opere che oggi sono esposte alla Galleria di Arte contemporanea del Palacultura di Messina, il GAM, ed anche presso enti ed associazioni in tutta Italia. Opere leggere ma incisive, squarci di paesaggi siciliani, fatti con mano precisa con una delle tecniche più difficili, perché l’acquarello non consente errori o ripensamenti, opere oggi quotate sul Bolaffi.

Ho vissuto di note e di voci di baritono nella casa di mio zio, Lillo Bevacqua, che a fianco del pianoforte un quarto di coda, Steinway & Son’s, donato ieri a me, quale unica ed amorevole eredità, e poi da me a mia figlia Martina, cantava le opere liriche immortali. Non fu mai un tenore affermato, ma un grande uomo dello Stato, ancora oggi ricordato al Comune di Messina come dirigente.

Ho sentito per tante notti mio padre, Luigi Bevacqua armeggiare con colori ad olio ed acqua regia nel suo studio, trasformandosi da professore universitario in artista, partecipando a molte mostre e personali, come mio nonno, in tutto il mondo.

Ho assistito a tanti spettacoli messi in scena dall’indimenticabile Massimo Mollica, con al suo fianco la mia cara zia Annamaria Alì, moglie di Lillo, che davano vita a Pirandello, Scarpetta, Martoglio ed altri autori d’arte teatrale.

Ho letto le poesie di Nino Ferraù, zio di mia moglie. Ne ho appreso la grandezza e la storia che spesso non ha reso merito con la giusta fama alla sua grandezza. Ho incoraggiato, ancora, mio figlio Luigi nel suo talento di artista e pittore.

Insomma di arte ne ho vista e ne ho compresa molta e spero ancora di assaporarne semplicemente toccandola, osservandola, annusandola, sentendola. L’arte E’ materiale e se non lo è allora è musica, poesia, letteratura, ma di certo non è uno spazio vuoto. Non può essere arte la presunzione che un qualcosa esista solo perché lo afferma qualcuno. Il “Buddha in contemplazione” o “Io sono” di Salvatore Garau sono solo frasi presuntuosamente affermate da chi non ha compiuto nulla. E se questo nulla ha trovato uno spazio delimitato da un imbianchino con un semplice quadrato bianco o qualcuno che è stato in grado di consegnargli 15 mila euro per niente, allora preferisco la “Merda d’artista” di Piero Manzoni, certamente più concreta ed anche più a buon mercato. 

 

https://www.askanews.it/cultura/2021/05/31/venduta-scultura-che-non-esiste-salvatore-garau-e-limmateriale-pn_20210531_00084/