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I ROS dei Carabinieri arrestano mercenario messinese che combatteva in Ucraina

- 06/05/2021

Arrestato dai ROS dei Carabinieri il 28enne messinese G.R.perché accusato di essere partito per il Donbass, territorio ucraino occupato dalla Russia. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Tribunale di Messina.

Il giovane era stato reclutato in Italia in qualità di mercenario e combatteva al fianco delle milizie filo-russe nel conflitto armato che sviluppatosi nel territorio del Donbass a partire dal 2014 . Una guerriglia che si è sviluppata tra l’esercito ucraino e le truppe filorusse. Il messinese vi ha combattuto e preso parte senza essere cittadino di quello Stato, né  essere stabilmente residente.

I Carabinieri hanno eseguito perquisizioni al fine di individuare prove per la definizione di eventuali ruoli di fiancheggiatori e finanziatori delle attività dei mercenari nel Donbass.

Le ricerche si sono svolte a Messina e Lodi, ultimi domicili del nucleo familiare del ricercato, e contestualmente sono state attivati i canali di cooperazione internazionale per l’esecuzione del provvedimento all’estero, ove il destinatario si sarebbe trasferito dal 2016 per svolgere quella che la Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 definisce attività di ”combattente illegittimo”.

Il giovane, dopo essere stato reclutato in Italia, combatteva – in cambio di un corrispettivo economico – al fianco delle milizie filo-russe nel conflitto armato che, a partire dal 2014, si è sviluppato nel Donbass (Ucraina orientale), tra l’esercito ucraino e truppe filorusse, senza essere cittadino di quello Stato, né stabilmente residente. Gli viene, pertanto, contestata anche l’aggravante della transnazionalità, poiché le condotte si inquadrano in un gruppo organizzato, impegnato in attività criminali in più di uno Stato.

Le indagini, avviate nel 2019 e coordinate dalla D.D.A. di Messina, diretta dal Procuratore, dr. Maurizio de Lucia, si sono avvalse anche dell’analisi dei flussi finanziari internazionali e dei dati forniti da Facebook sulla base di una commissione rogatoria con gli Stati Uniti avviata dalla Procura peloritana. È stato, in tal modo, possibile documentare che G.R. operava come combattente mercenario nella regione del Donbass, ove si era stabilito dal 2016, condividendo mediante i social network le proprie attività militari con congiunti e amici, alcuni dei quali gli chiedevano consigli e indicazioni per intraprendere la medesima attività.

Ha trovato, inoltre, conferma l’esistenza e l’operatività di una struttura organizzata attiva nell’area Italia – Ucraina e dedita al reclutamento e al finanziamento di mercenari destinati ad integrare le fila delle milizie separatiste filorusse nella regione del Donbass, già emersa da un’analoga attività condotta dal R.O.S. nel 2018.

Il circuito coinvolge soggetti provenienti da diverse regioni d’Italia che hanno intrapreso l’attività di “combattenti”, schierati a fianco delle milizie filorusse e contro l’esercito regolare ucraino nei territori contesi delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e, in tale contesto, particolarmente allarmanti sono risultati i rapporti dell’indagato messinese con altri mercenari e, in particolare, con PALMERI Andrea, livornese, detto “il generalissimo”, già destinatario di un mandato di arresto europeo in quanto ritenuto responsabile di arruolamento/reclutamento di mercenari a scopo terroristico/eversivo ed associazione per delinquere.

Il fenomeno dei mercenari nella regione del Donbass è stato ripreso anche da alcune trasmissioni televisive nazionali e si inserisce nella complessa vicenda diplomatica e geopolitica che recentemente ha fatto registrare una presa di posizione del Parlamento Europeo.

1 Comment
    Gaetana Saija

    E poi dicono che nessuno in Sicilia vuole fare l’agricoltore…
    Se queste ” nuove forze lavoro ” la si continua a ma tenere ai domiciliari, finiranno a completare la loro preparazione e specializzazione, magari migliorando la quantità e la qualità.

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