Messina, 13 giugno 2019 – di Giuseppe Bevacqua
Non servono libri per comprendere le strategie di Cateno De Luca. E’ un politico che sa perfettamente quel che vuole e adotta i sistemi che può mettere in campo. Un po’ come il famoso ordine di Theodore Roosevelt in tempi di guerra “fate ciò che potete, con ciò che avete, dove siete”. E De Luca, senza una maggioranza in Consiglio Comunale, per aver frammentato le sue liste in campagna elettorale, da quando è diventato sindaco il suo “miracolo“, in ossequio all’ordine di Rosevelt, l’ha veramente fatto. Ha ottenuto dal Consiglio Comunale di Messina davvero oltre l’impensabile, spiazzando tutti coloro che davano la città per ingovernabile.
Cateno De Luca ha fatto approvare il Salva Messina con la strategia del “terrore dissesto“, ha varato Messina Social City con la “battaglia contro l’illegalità delle cooperative“, ha dato vita ad una nuova Messina Servizi Bene Comune, ad una nuova ATM al grido “altrimenti è fallimento“.. e così via.
Insomma la sua strategia, forse l’unica in fin dei conti, è sempre la stessa: “o così o si chiude, o così o vado via“. E così ancora una volta il messaggio dopo il Consiglio Comunale di ieri, che ha trattato la questione Tao Arte, il grido “accorato” del sindaco “nocchiero in gran tempesta” è stato sempre lo stesso e lo ha innalzato dal solito post di Facebook: “Non è giusto tenere sotto scopa la città ! Oggi ho dovuto prendere atto che in consiglio comunale non ci sono le condizioni per poter attuare il nostro programma amministrativo votato dal 68% dei messinesi. Non sarò io a tenere sotto scopa la città! Condurrò la mia azione amministrativa fino a dicembre prossimo senza alcuna esitazione pretendendo il rispetto delle norme regolamentari per l’esame in consiglio comunale delle delibere proposte dalla giunta comunale“.
Ma sotto la scopa di chi è la città? E quali sono le “condizioni” che De Luca vorrebbe trovare in Consiglio Comunale? Fatto sta che ogni qual volta i consiglieri del Consiglio più flessibile della storia politica di Messina, si girano dall’altra parte o storcono il muso rispetto ai voleri del Sindaco di Messina, ecco che De Luca lancia il suo “ultimatum“, pronto ad andarsene ma portandosi via il pallone. Si perché De Luca estende, per così dire, la “lesa maestatis” dei “no” del Consiglio Comunale, a tutta la città, trasformandoli in “potenziale danno per Messina“.
De Luca lascerà a dicembre? Il tempo è galantuomo, tanto per fare un’altra citazione, e sa benissimo, il tempo, come De Luca, che nulla cambierà, o quasi. Forse sarà l’atteggiamento del Consiglio, che vuol svolgere il suo compito istituzionale, a cambiare? Ancora!?