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RIFIUTI SICILIA: un affare da 17 miliardi di euro che “vive” del continuo stato di emergenza

- 28/11/2018

Messina, 28 novembre 2018

Manutencoop, Altecoen, Ato3 e Messinambiente, fino a Messina Servizi. Ma quante sono le sigle, i nomi, le cooperative, le società partecipate che si sono succedute nel tempo in quella che con alterne vicende è stata, tutto sommato, una continua emergenza rifiuti a Messina?

E quante indagini, quanti procedimenti, sequestri arresti ed infiltrazioni mafiose, criminali sono state scoperte da Dia e Tribunale di Messina? Per non parlare degli interessi della politica che hanno sempre intriso ed appesantito di fetore il già fetido odore dei rifiuti. Rifiuti d’oro non solo a Messina, ma dappertutto, soprattutto in Sicilia, Calabria, Sardegna, Puglia e Campania.

L’AFFARE “RIFIUTO” IN SICILIA

Insomma il rifiuto, la mondezza, ha sempre costituito per la politica un terreno molto favorevole per gli interessi dei politici prima e dopo le campagne elettorali: prima per promettere e poi per mantenere. Si chiama ecomafia quella dello smaltimento di rifiuti speciali e tossici a poco prezzo e senza rispetto per i cittadini, ne sa qualcosa la terra dei fuochi, un interesse da 17 miliardi di euro l’anno solo in Sicilia. Quasi meglio della droga che ne conta circa 23 di miliardi l’anno. Volumi incredibilmente alti, troppo convenienti per clan e criminalità per potervi rinunciare. Un ostacolo quasi insormontabile per l’attivazione della differenziata. A meno che anche in questa non riescano a mettervi le mani . Un “sistema criminogeno”, così è stato definito il sistema delle discariche e della raccolta dei rifiuti. Un sistema che conta affidamenti diretti per la raccolta e/o per il trasporto che ha un volume d’affari di circa 200 milioni l’anno. I migliori alleati dell’affare rifiuti sono il caos e la mancata trasparenza che la confusione favorisce, ed il sistema delle proroghe che ne scaturisce. Ecco perché la Sicilia è in uno stato di costante emergenza. “Bisogna favorire la trasparenza, ha dichiarato Claudio Fava nel presentare i 24 emendamenti al disegno di legge che riguarda la governance del settore rifiuti in Sicilia, Negli emendamenti il forte richiamo a una maggiore trasparenza – spiega il parlamentare -, il ‘no’ alle oramai superate tecniche di incenerimento e il mantenimento della gestione pubblica. Interventi propedeutici a un piano rifiuti che da troppo tempo viene annunciato ma che ancora non ha visto la luce”. Sul tema dei rifiuti, per Fava “troppi interessi, anche di natura illecita e criminale, hanno impedito il superamento di una fase di emergenza continua. Con questi emendamenti, elaborati con il sostegno prezioso dell’associazione Zero Waste Sicilia, puntiamo al superamento della fase emergenziale e a un nuovo sistema di gestione che sia trasparente e democratico oltre che economicamente e ambientalmente sostenibile”.

MESSINA ED IL SISTEMA DELLE ASSUNZIONI FACILI E L’ARMA DELL’EMERGENZA

Un sistema d’affari per la criminalità e per la politica, dunque, che passa per le assunzioni facili e senza concorso. Da Manutencoop ad Altecoen, dall’Ato3 fino a Messina Ambiente ed oggi a Messina Servizi, le cooperative prima e le partecipate oggi sono state chiavi di volta per le assunzioni senza concorso, per immettere nel tessuto comunale migliaia di persone che sono diventati struttura e tessuto connettivo di uno dei settori nevralgici del funzionamento della città e del sistema del consenso politico da parte dei cittadini. Si perché una crisi della raccolta dei rifiuti è capace di erodere e di affondare anche il più forte dei consensi. Un potere spesso nelle mani della mezza forza, occulto o meglio difficile da far emergere in quanto non facilmente controllabile, che si autoalimenta delle emergenze stesse. E allora se esiste un sistema rifiuti anche a Messina come si combatte? Prima di rispondere a questa domanda bisogna però che emerga… e chi tocca i rifiuti, per parafrasare de luca, muore.

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