Messina, 4 ottobre 2018
“Era stato un passo di civiltà, di umanità.
Non era abbastanza, mancavano i soldi per ampliarla, non sempre era facile pagare per tempo chi la gestiva: ma la Casa di Vincenzo era stata un lumicino di speranza, il segno della non indifferenza verso le notti fredde dei senza fissa dimora. Questa città ha visto morire donne, uomini, nel gelo e nella solitudine. La Casa di Vincenzo, fortemente voluta da Cambiamo Messina dal Basso e dalla precedente amministrazione, era lo spazio dove poter poggiare la testa su un cuscino, fare una doccia, bere un the, scambiare due chiacchiere. Avremmo voluto, anzi, che non restasse solo un dormitorio ma nel tempo ci fossero le risorse e le condizioni per aprirla h24, e farne anche un luogo di arte e creatività, un luogo dove dimenticare solitudine e indifferenza.”. A parlare è padre Francesco Pati, fondatore della cooperativa “Santa Maria della Strada” che con amarezza annuncia per domani la consegna delle chiavi della struttura ai funzionari del dipartimento comunale di competenza. Casa di Vincenzo così chiude e lascia fuori i suoi abitanti notturni, molto presto al freddo, sotto l’acqua. L’amministrazione comunale ha espresso la volontà di partecipare solo al rimborso spese per il mantenimento della Casa di accoglienza.
La Cooperativa Sociale “S. Maria della Strada”, in stretta sinergia con l’Associazione di Volontariato omonima e con l’aiuto della Caritas, garantisce già sul territorio molte altre iniziative, anche residenziali, a sostegno di persone in grave stato di povertà anche senza dimora, senza alcun contributo pubblico: il Centro Diurno/Help Center della Stazione Centrale, che è aperto tutti i giorni per 4 ore al giorno; la casa di accoglienza “Aurelio”, a Provinciale, che è aperta tutti i giorni, dalle 19:00 alle 8:00 di mattina, che accoglie 12 persone; l’unità di strada; altre strutture di accoglienza residenziali per le persone più fragili e senza alcuna risorsa (malati terminali, detenuti, persone con grave deficit, ecc.). ” Non è ammissibile che, per ridurre i costi si liquidi la questione con un semplice “rimborso spese”, scrive Padre Pati in una sua lettera, che, anche se di un certo importo, non riuscirebbe a coprire le spese necessarie. Più volte si è cercato di interloquire con l’Assessore al ramo e con il Sindaco e sono state anche mandate delle pec, al fine di addivenire ad un confronto chiaro e costruttivo che tenesse conto delle effettive esigenze dell’utenza e delle concrete risorse presenti sul territorio. Ultimamente ci sono stati anche degli incontri con loro”.
“La scelta di chiudere, dettata di fatto dall’attuale amministrazione, anteponendo ancora una volta le logiche economiciste a quelle umane, ci ferisce, e ferisce il cuore di una città ed un’epoca troppo spesso ammalate di cinismo, dove le casse di un ente contano più dei diritti delle persone. E la scelta ha anche una tempistica beffarda, dato che viene perpetrata giusto adesso che comincia il periodo invernale, la stagione più pericolosa per i normali fruitori della Casa di Vincenzo. E invece ci troveremo ancora una volta a dover ascoltare i soliti appelli per la ricerca di coperte, appelli sempre accolti dai volontari ma non sufficienti per garantire il giusto riparo dal freddo”.
“Purtroppo, dalle ultime notizie apprese, l’intenzione dell’Amministrazione Comunale resta sempre ferma su quanto già deciso, siamo arrivati alla conclusione che non possiamo più sostenere l’onere di continuare a gestire il servizio della Casa di Vincenzo, in assenza di una prospettiva certa e sostenibile per il futuro. Di conseguenza, in data 2 ottobre u.s., abbiamo comunicato al Comune di Messina che la nostra Cooperativa confermava l’intenzione di non proseguire più il servizio, chiedendo un appuntamento, al massimo entro il 5 ottobre p. v., per la riconsegna dei locali. Tale determinazione era già stata anticipata per le vie brevi all’Assessore, Alessandra Calafiore” conclude Padre Francesco Pati.
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