

“Il sindaco Basile studi la storia e si ricordi di ricoprire, anche se del tutto immeritatamente, la carica di primo cittadino di Messina”. Lo scrive la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino dopo l’ennesima replica del Sindaco di Messina.
“La sua espressione ‘bivacco in Parlamento’ – sottolinea la Musolino – costituisce una grave offesa alle istituzioni repubblicane, e fingere di non comprenderlo non rimedia al danno né convince più nessuno. Basile la smetta una buona volta di invocare continuamente Cateno De Luca come il deus ex machina di tutto il creato e si assuma, finalmente, le sue responsabilità.
Spieghi alla città come mai, dopo sette anni di amministrazione ininterrotta e una messe di finanziamenti per milioni di euro, tutte le opere annunciate sono ancora ferme al palo. Dove sono le opere finanziate con i fondi già ottenuti? Dove sono le condutture idriche per eliminare le perdite? Dove sono le strade asfaltate? Perché sono stati acquistati pochi alloggi e costruito nessuno per le aree di risanamento?
La prova di questa incapacità gestionale è nelle parole dello stesso Direttore Generale del Comune, Salvo Puccio, che il 23 di agosto dichiarava candidamente su Gazzetta del Sud: “In caso di definanziamento utilizzeremo altre fonti di finanziamento”. Il messaggio è surreale. Perdiamo decine e decine di milioni di euro? Utilizzeremo altri finanziamenti. Peccato che i soldi siano pubblici e quelli persi per incapacità tornino allo Stato. Per realizzare la stessa opera bisognerà quindi utilizzare un secondo finanziamento, che poteva essere destinato ad altro. Qualcuno ha ancora dubbi sul danno arrecato a Messina?
È inutile che Basile si rifugi dietro insulti e insinuazioni, tema nel quale si sta dimostrando fin troppo capace. La verità è sotto gli occhi di tutti i messinesi: interi quartieri continuano a non avere acqua e se ce l’hanno è solo per poche ore. Le strade sono distrutte e saranno ancora peggio quando inizieranno a circolare i camion con le terre di scavo dei cantieri del Ponte. Sui fondi Pinqua, poi, basta richiamare i suoi stessi trionfali proclami del passato per misurare la distanza tra le promesse e la realtà.
La verità è che Basile ha perso oltre due anni nei balletti del “Ponte sì/Ponte no”, per poi approdare a un “Ponte a condizione che” senza avere la minima idea di cosa chiedere per la sua città. In ogni parte del mondo, ove siano state realizzate grandi opere di valenza internazionale, il territorio ha chiesto ed ottenuto infrastrutture strategiche per il proprio sviluppo: impianti, reti, servizi e strumenti economici per il rilancio dell’economia. Qui a Messina, invece, abbiamo un sindaco che come opere compensative per il Ponte chiede i soldi per fare le tubature e le strade; fondi che ha già ricevuto per opere che non ha fatto, senza mai spiegare il perché.
Inutile che continui a lanciare provocatori inviti a un confronto, sferrati con una violenza verbale che annichilirebbe chiunque volesse davvero confrontarsi sui temi. Il sindaco le risposte le deve dare alla città, non alla sottoscritta. Ma ogni cittadino, e per primi sicuramente quelli che rivestono cariche elettive, ha il diritto e il dovere di chiedere all’amministrazione trasparenza nelle azioni e condivisione nelle scelte.
Vista l’indole refrattaria di questa amministrazione a fornire risposte, la pervicace negazione della realtà e la violenta reazione con la quale si rivolgono a chi osa chiedere chiarezza, rivolgerò al Governo e agli organi competenti le mie domande con apposite e dettagliate interrogazioni parlamentari. Se il Sindaco si rifiuta di rispondere ai messinesi, sarà costretto a rispondere allo Stato”.

