Mish Mash Festival 2025 chiude con numeri da record, oltre cinque mila presenze e un pubblico internazionale

- 14/08/2025
Mish Mash Festival

Dal soul di Joan Thiele all’energia di OKgiorgio e al cantautorato di Marco Castello: la nona edizione del festival conquista Milazzo con tre giorni di musica e un pubblico sempre più internazionale

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Dal 10 al 12 agosto il Castello di Milazzo si è trasformato in un crocevia di suoni, linguaggi e culture grazie alla nona edizione del Mish Mash Festival. La storica fortezza, sospesa tra il blu del Tirreno e le luci della città, ha accolto oltre 4.000 persone, un record per il festival milazzese, con presenze da tutta la Sicilia, da altre regioni italiane e dall’estero, a conferma della vocazione internazionale della manifestazione.

Mish Mash Festival

La programmazione musicale ha alternato artisti consolidati e nuove promesse, attraversando generi e atmosfere differenti. Joan Thiele, reduce dal grande successo all’ultima edizione di Sanremo, ha portato il suo stile tra R&B, pop e influenze latine. Giorgio Poi ha incantato il pubblico con un cantautorato raffinato, tra liriche intime e arrangiamenti eleganti, mentre Marco Castello ha intrecciato jazz, funk e canzone siciliana contemporanea con ironia. Da par suo, OKgiorgio ha infuso energia urbana e fresca, mentre i leggendari Pastaboys hanno fatto danzare il pubblico con trent’anni di house italiana. Il welcome day, domenica 10 agosto, dedicato alla Sicilia e alla notte di San Lorenzo, ha visto protagonisti i The Whistling Heads, con sonorità post-punk e alternative rock indie e alcuni inediti del nuovo EP; i The Winstons, con il loro rock anarchico e psichedelico; e i set dei dj siciliani Bambi, go-Dratta e Turki Stan, sullo sfondo mozzafiato della costa siciliana dalla parte alta del Castello, davanti al Monastero delle Benedettine.

Il Castello è diventato un laboratorio di visioni: il 10 agosto lo studio OMA ha presentato una coreografia site-specific; l’11 e 12 agosto la corte si è animata con Pixel Shapes e IRIDE, opera audiovisiva immersiva con studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Andrea Sposari ha guidato il pubblico in una narrazione visiva ispirata ai tarocchi, e Dentro l’oltre di Voirhumain ha creato uno spazio interattivo tra tessuti e opere tattili. Mish Mash ha inoltre ospitato installazioni luminose e momenti di incontro con Amnesty International Italia e il progetto Safe U di Messina, confermando l’attenzione ai diritti umani.

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Particolarmente significativa è stata la composizione delle oltre 5000 presenze alla nona edizione del festival: il pubblico è arrivato in massa da ogni angolo della Sicilia ma anche da città come Roma, Milano e Bologna, con un’ampia rappresentanza di stranieri provenienti dal Regno Unito, Malta, Spagna, Paesi Bassi e altri Paesi europei. Un dato che spicca, quasi un unicum per i festival italiani, è stata la predominanza femminile, con una partecipazione che in alcune serate ha superato la metà del totale. Un segnale di come Mish Mash sia riuscito a intercettare e coinvolgere un pubblico variegato, attento e sensibile a proposte artistiche che vanno oltre il semplice intrattenimento.

Mish Mash ha unito creatività e territorio, trasformando il più grande castello di Sicilia in un palcoscenico in dialogo con il paesaggio e la comunità. Tra tramonti sul mare e la luna piena, ogni serata si è rivelata un’esperienza collettiva, dove musica, arte e incontri si sono fusi in un’unica dimensione culturale condivisa: un’edizione che ha consolidato Mish Mash tra le realtà musicali italiane più innovative e inclusive, in attesa dei festeggiamenti per i dieci anni nel 2026.

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