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Atm, linee 33 e 39: ci volevano un video e 5 mesi per viaggiare seduti. E la Polizia a fare la guardia

- 25/09/2025
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Ci voleva, come ormai d’abitudine in questa nostra Italia, un telefonino in mano a un cittadino esasperato per rimettere le cose in ordine. O almeno, per tentare di farlo. La vicenda è quella, ormai nota ai pendolari della zona nord e zona sud, delle linee 33 e 39, dove per viaggiare in autostrada si usava l’autobus di città. Un’acrobazia quotidiana, con passeggeri in piedi, aggrappati ai sostegni come su un tram affollato, mentre sfrecciano sull’asfalto ad alta velocità.

Qualcuno ha filmato, ha inviato ad aprile il video a Voce di Sicilia, e la piccola vergogna è diventata di dominio pubblico. Poi, cinque mesi dopo, è uscita anche sul quotidiano. Solo allora, cinque mesi dopo, improvvisamente, la macchina amministrativa si è scoperta efficiente. Un sussulto di orgoglio, o forse solo di timore. Fatto sta che stamattina, sulla tratta incriminata, si è materializzato il prodigio: due pullman, di quelli veri, con i sedili alti e, soprattutto, un posto a sedere per ogni passeggero. Una rivoluzione copernicana per chi, fino a ieri, era costretto a un pericoloso viaggio da contorsionista.

Ma il teatrino non sarebbe stato completo senza la giusta cornice istituzionale. E così, per assicurarsi che i due nuovi mezzi partissero e arrivassero come si deve, si è mobilitata la Polizia Stradale. Una pattuglia schierata alla salita di Tremestieri, a vigilare sull’imbarco, quasi si trattasse di un’operazione di ordine pubblico. Un’altra posizionata strategicamente all’arrivo al Boccetta, a controllare che il miracolo si compisse fino in fondo.

E qui, a onor del vero, il sorriso si fa più amaro. Vedere oggi la Polizia Stradale fare la guardia ai pullman, come balie premurose, lascia interdetti. Perché la notizia di questi viaggi spericolati, nero su bianco, era già comparsa sulle cronache ad aprile, segnalata sempre da Voce di Sicilia. E allora, forse, sarebbe stato più logico e certamente più utile vederli intervenire mesi fa, verbale alla mano, per sanzionare l’ATM e tutelare la sicurezza dei passeggeri, piuttosto che essere distolti oggi dal loro consueto lavoro per un compito di mera sorveglianza. La regolarità era già stata violata e la violazione era nota e c’è voluta la segnalazione dei sindacati per evidenziare quanto accadeva da tempo. Ma si sa, a volte si preferisce la parata scenografica alla silenziosa applicazione della legge.

Resta da chiedersi se la toppa durerà più del buco o se, passata la buriana mediatica, si tornerà all’antica e pericolosa abitudine. I pendolari, nel dubbio, terranno i telefonini carichi. Nell’attesa delle cinture di sicurezza…non si sa mai.

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