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Legge 104, tutte le novità dal 2026: più permessi, smart working e procedure più semplici

- 17/09/2025
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A partire dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore un’importante riforma della Legge 104/1992, pensata per migliorare la conciliazione tra lavoro e cura e ampliare le tutele per i lavoratori con disabilità e per chi assiste familiari non autosufficienti. Le modifiche principali includono permessi retribuiti aggiuntivi, un diritto prioritario allo smart working e un iter semplificato per il riconoscimento dell’invalidità.

Cosa cambia: 10 ore in più e diritto allo smart working

La novità più rilevante è l’introduzione di 10 ore annue di permesso retribuito aggiuntive. Questo monte ore extra si somma ai già previsti tre giorni di permesso mensile e si rivolge a due categorie principali:

  1. Lavoratori con patologie oncologiche, invalidanti o croniche (con invalidità civile superiore al 33%).
  2. Lavoratori che assistono familiari con disabilità grave certificata (i cosiddetti caregiver).

Queste ore sono state pensate specificamente per coprire esigenze come visite specialistiche, esami diagnostici e terapie frequenti, che richiedono assenze brevi ma ricorrenti.

Viene inoltre rafforzato il congedo straordinario, che permette un’assenza retribuita fino a due anni (continuativi o frazionati) nell’arco della vita lavorativa per assistere un familiare con disabilità grave. Al termine di questo periodo, la nuova legge introduce un diritto prioritario allo smart working per il lavoratore, qualora sia compatibile con l’organizzazione aziendale, per facilitare il rientro e la gestione delle necessità di cura.

Procedure più snelle per il riconoscimento della disabilità

La riforma semplifica anche l’iter burocratico per ottenere il riconoscimento della disabilità. Grazie al decreto legislativo n. 62/2024, le nuove procedure saranno gradualmente estese a tutto il territorio nazionale entro il 1° gennaio 2027. I punti chiave sono:

  • INPS come accertatore unico: L’INPS diventa l’ente centrale per la valutazione, snellendo i passaggi.
  • Valutazione multidimensionale: Un approccio più completo per definire le necessità della persona e creare un progetto di vita personalizzato.
  • Certificato medico telematico: Il medico curante trasmette la documentazione direttamente all’INPS, avviando l’iter in modo più rapido.

Queste misure, già in fase sperimentale in alcune province, mirano a ridurre drasticamente i tempi di attesa per le famiglie.

A chi si rivolge la riforma: alcuni esempi pratici

Le nuove tutele si applicano a tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato. Ecco alcuni casi pratici per capire meglio come funzioneranno i benefici dal 2026:

  • Genitore con figlio con malattia cronica: Potrà usare le 10 ore extra per accompagnare il figlio a visite e terapie, oltre ai permessi mensili.
  • Lavoratrice che assiste un genitore anziano: Avrà diritto sia ai tre giorni mensili sia alle ore aggiuntive e, se necessario, potrà richiedere il congedo biennale, con la garanzia della conservazione del posto e la priorità per lo smart working al rientro.
  • Dipendente part-time che assiste un fratello convivente: Beneficerà dei permessi e delle ore extra in misura proporzionale al suo orario di lavoro.
  • Lavoratore con patologia oncologica: Potrà sommare ai tre giorni mensili le 10 ore aggiuntive per gestire esami e trattamenti senza intaccare ferie o altri permessi.

Un passo verso un welfare più inclusivo

Secondo sindacati e associazioni di categoria, questa riforma avrà un impatto positivo su centinaia di migliaia di famiglie in Italia. L’obiettivo è riconoscere il valore sociale del lavoro di cura e offrire strumenti concreti per renderlo più sostenibile, riducendo la necessità per i caregiver di scegliere tra il lavoro e l’assistenza ai propri cari. Si tratta di un passo avanti significativo verso un sistema di welfare più equo e inclusivo.

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