
Lavori fermi e ritardi. La giustificazione dell’amministrazione per lo stop al cantiere solleva una raffica di domande: se l’area è chiusa da marzo, di chi è la colpa del degrado? E la data di consegna verrà rispettata?

MESSINA, 31 luglio 2025 – La riqualificazione del Mercato Vascone si arricchisce di un capitolo surreale, quasi un “giallo” ittico. Mentre i lavori procedono tra enormi rallentamenti e inspiegabili stop, l’ultimo intoppo, secondo l’amministrazione comunale, sarebbe causato dal ritrovamento di un intero pescespada in putrefazione e di altri rifiuti all’interno del cantiere. Una giustificazione che, anziché placare le polemiche, solleva una marea di nuovi e scomodi interrogativi.
A seguito delle continue sollecitazioni sui ritardi, l’assessore ai Lavori Pubblici, Massimo Finocchiaro, oggi rompe il silenzio, ma la sua spiegazione lascia perplessi. “Tutti abbiamo interesse che si proceda con celerità. Ma spesso si sottovalutano gli intoppi“, dichiara l’assessore. “In questo periodo, abbiamo dovuto incaricare una ditta per la bonifica della zona, perché qualcuno ha abbandonato un intero pescespada che in breve tempo è marcito. In più, abbiamo trovato tanta spazzatura. Una volta fatta la bonifica, l’impresa può ripartire“. Finocchiaro punta il dito contro presunti “zozzoni” che, a suo dire, continuerebbero a gettare immondizia nell’area nonostante le ripetute bonifiche.
Ma la versione dell’assessore, invece di chiarire, apre una pletora di dubbi. La domanda sorge spontanea e logica: come mai la carcassa del pescespada viene ritrovata solo adesso? L’area del mercato, infatti, è stata chiusa e sgomberata dagli esercenti il 14 marzo scorso. Per oltre quattro mesi, un intero pescespada sarebbe rimasto a marcire indisturbato all’interno di un cantiere che dovrebbe essere sorvegliato e inaccessibile al pubblico.
Viene naturale, quindi, chiedere all’assessore Finocchiaro: al momento della consegna dell’area da parte dei commercianti, è stata effettuata un’ispezione approfondita per verificare lo stato dei luoghi? Se sì, come è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? E se no, perché?
Inoltre, l’accusa rivolta agli “zozzoni” appare contraddittoria. Se, come logico, il cantiere è recintato e chiuso, chi sarebbero questi incivili che riescono a entrare per sversare rifiuti? O forse l’immondizia di cui parla l’assessore era già presente all’interno del mercato al momento della chiusura? La questione non è di poco conto, perché sposta la responsabilità dalla presunta inciviltà esterna a una possibile mancata verifica interna.
Infine, mentre l’amministrazione attribuisce i ritardi a “intoppi” come questo, la cittadinanza osserva lavori che procedono, quando procedono, con una lentezza esasperante. Il ritrovamento di un pesce, per quanto anomalo, può davvero giustificare mesi di stallo? E soprattutto, alla luce di questa gestione, la data di consegna dei lavori, già slittata a inizio ottobre, può considerarsi ancora realistica? Il mistero del pescespada marcio, più che un imprevisto, sembra essere diventato il simbolo di una riqualificazione che fa acqua da tutte le parti.

Temo che quando riusciremo a buttare fuori dal palazzo e dalla città gli attuali occupanti, troveremo situazioni ben peggiori di quelle del mercato Vascone. Il pescespada marcio è una metafora e un preavviso del disastro che questi stanno perpretando ai danni di Messina.
Temo che quando riusciremo a buttare fuori dal palazzo e dalla città gli attuali occupanti, troveremo situazioni ben peggiori di quelle del mercato Vascone. Il pescespada marcio è una metafora e un preavviso del disastro che questi stanno perpetrando ai danni di Messina.