
Il GIP accoglie la richiesta della Procura di non procedere: cadono le accuse di corruzione e pressione politica. Già in passato un altro giudice aveva respinto la richiesta di sospensione per l’ex commissario dell’Asp Alagna.

MESSINA, 31 luglio 2025 – Si chiude con una archiviazione definitiva la maxi-inchiesta su presunte corruzioni e pressioni politiche ai vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina. Il Giudice per le Indagini Preliminari, Monia De Francesco, ha messo la parola fine al procedimento, accogliendo la richiesta di non luogo a procedere che la stessa Procura aveva formulato lo scorso gennaio.
Escono così di scena, completamente scagionati, gli ultimi quattro indagati eccellenti che erano rimasti coinvolti nel fascicolo. Si tratta dell’ex assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, del parlamentare nazionale di Forza Italia, l’avvocato Tommaso Calderone, dell’ex commissario straordinario dell’Asp, Bernardo Alagna, e del segretario particolare di Calderone, Alessio Arlotta.
L’archiviazione pone una pietra tombale su un’indagine che aveva suscitato un notevole clamore politico. In particolare, è stato stralciato il fascicolo che accusava il deputato Calderone e il suo segretario Arlotta di “induzione indebita”. Secondo la tesi dell’accusa, poi venuta meno, i due avrebbero esercitato pressioni sull’allora direttore generale dell’Asp, Paolo La Paglia (la cui posizione era già stata archiviata in precedenza), per indurlo a promettere l’apertura della Terapia Intensiva al Covid Hospital di Barcellona Pozzo di Gotto. Un’accusa da cui l’onorevole Calderone si era sempre professato completamente estraneo.
Allo stesso modo, è caduta l’ipotesi di corruzione (art. 318 c.p.) contestata all’ex commissario Bernardo Alagna. Gli inquirenti avevano ipotizzato che la sua nomina a capo dell’Asp, decretata il 4 agosto 2021, fosse una “utilità” indebitamente accettata da Alagna in seguito a una promessa fattagli da Calderone tramite Arlotta.
La solidità del castello accusatorio, tuttavia, aveva già mostrato delle crepe in passato. Un’altra GIP, la dottoressa Ornella Pastore, aveva infatti precedentemente respinto una richiesta di misura interdittiva della sospensione a carico di Alagna, non ravvisando elementi sufficienti per accogliere la richiesta della Procura. Lo stesso Alagna, peraltro, si era dimesso dall’incarico ancora prima che l’inchiesta diventasse di dominio pubblico, un gesto che già all’epoca aveva segnato una presa di distanza dalla vicenda.
Con la decisione odierna, si chiude definitivamente un capitolo giudiziario che per mesi ha tenuto sotto i riflettori la sanità e la politica messinese.
