
Dopo le denunce sullo stato di incuria e le rassicurazioni della direzione del Policlinico, il comitato guidato dall’ex primario Salpietro torna alla carica. Nel mirino spazi inadeguati, carenza di personale e la mancanza di un piano per il futuro. “Servono risposte concrete”.

MESSINA, 29 LUGLIO 2025 – Non basta una mano di vernice, né bastano le rassicurazioni. La battaglia per dare dignità al Pronto Soccorso Pediatrico del Policlinico “Gaetano Martino” di Messina non si ferma. Le immagini di incuria e degrado, denunciate qualche tempo fa da un genitore con tanto di documentazione fotografica che mostrava lo stato dei locali, sono ancora una ferita aperta nella memoria collettiva. E a gettare benzina sul fuoco di un dibattito mai sopito è la nuova lettera del comitato per la sua difesa, guidato con tenacia dall’ex primario, professor Carmelo Salpietro.
La missiva, indirizzata al direttore generale, al risk manager e ai sindacati, arriva dopo settimane di alta tensione. Il comitato aveva definito senza mezzi termini il presidio come la “Cenerentola” della sanità messinese, un’immagine potente per descrivere uno stato di abbandono percepito da utenti e operatori. Un’accusa forte, seguita da una richiesta di ispezione a Regione, Rettrice e Sindaco, a cui la direzione strategica dell’AOU aveva risposto punto su punto, contestando la versione del comitato e difendendo il proprio operato. Una difesa che, tuttavia, non aveva convinto alcune sigle sindacali, pronte a dar manforte a Salpietro parlando di “gestione del personale inadeguata”.
Oggi, il comitato cambia registro, ma non la sostanza delle sue critiche. Il tono è più conciliante, quasi a voler tendere una mano, ma le richieste restano affilate come un bisturi. “Apprezziamo sentitamente l’attenzione rivolta al pronto soccorso pediatrico e comprendiamo la difensiva presa di posizione”, scrive Salpietro. “Non era nostra intenzione incidere negativamente sulla percezione di affidabilità del presidio, perché siamo consapevoli che alla struttura operano medici, infermieri e personale con professionalità eccellenti”. Poi, l’affondo: “Ma evidentemente tutto questo non basta”.
Le parole riconoscono il valore umano e professionale di chi lavora in prima linea, ma sottolineano come questo non possa sopperire a carenze strutturali e organizzative ormai non più sostenibili. Le richieste messe nero su bianco sono un vero e proprio programma di intervento, garbato nella forma ma netto nel contenuto:
- La nomina di un direttore a tempo pieno, anche in funzione temporanea, che possa dedicarsi interamente al presidio.
- L’istituzione di un tavolo tecnico per recuperare spazi vitali, individuando locali adiacenti al pronto soccorso attualmente usati come depositi o spogliatoi.
- Il ritorno delle due operatrici socio-assistenziali (OSA), figure preziose trasferite ad altre mansioni.
- Un cronoprogramma chiaro e definito per il trasferimento dell’intero Pronto Soccorso in una sede finalmente adeguata.
- Il potenziamento dell’organico del reparto e l’individuazione di nuovi locali per le degenze, per evitare il sovraffollamento.
- La creazione di ambienti dedicati per isolare i pazienti infettivi, una necessità non più rinviabile per la sicurezza di tutti i piccoli degenti.
La lettera del comitato Salpietro non è più solo una denuncia, ma una proposta operativa. È l’appello di chi, conoscendo a fondo la macchina, sa dove e come intervenire. La palla passa ora di nuovo alla direzione del Policlinico, chiamata a decidere se accogliere il dialogo e trasformare le criticità in un piano di rilancio, o se trincerarsi dietro una difesa d’ufficio. Sullo sfondo, restano le preoccupazioni dei genitori e la dedizione di un personale che merita di lavorare in condizioni di eccellenza, le stesse che vorrebbe garantire ai pazienti più fragili della città.
