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Pista Ciclabile, lo sfregio alla Passeggiata a mare: Messina ostaggio di un progetto senza senso?

- 20/07/2025
pista passeggiata

Nata sulla carta come simbolo di mobilità green, la ciclabile sulla Passeggiata a mare si è trasformata in un catalogo di disagi e ferite all’identità della città. Ora la politica insorge compatta, dal PD a FdI e Lega, mentre resta irrisolta la “variante” fantasma di via del Vespro.

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MESSINA – C’è un’arroganza di fondo nel pensare che basti una striscia di vernice colorata per trasformare una città. E c’è una presunzione ancora più grande nel credere che i cittadini, alla fine, siano disposti ad accettare di tutto, anche l’assurdo. La vicenda della pista ciclabile sulla Passeggiata a Mare di Messina è la sintesi perfetta di questo modo di agire: un progetto imposto, sordo alle critiche e che, giorno dopo giorno, dimostra la sua totale inadeguatezza.

Nata sulla carta per dotare la città di un percorso “europeo”, l’opera si è rivelata per quello che è: un’invenzione letteralmente di sana pianta, un tracciato illogico che ha stravolto una delle arterie vitali e storiche di Messina. Invece di progettare un percorso integrato e funzionale, si è scelto di “dipingere” una ciclabile su una strada esistente, ma anche un marciapiede, senza valutarne le conseguenze devastanti.

Le polemiche non sono nate da un preconcetto “no a tutto“, ma da concreti e quotidiani disagi. Il primo, e più evidente, è il caos della viabilità. Il restringimento delle carreggiate ha trasformato importanti arterie a scorrimento veloce in imbuti perenni. A questo si aggiunge la pericolosità di incroci mortali, come quello con il Viale Boccetta, dove ciclisti e veicoli si contendono lo spazio in un groviglio di traiettorie che grida vendetta. A farne le spese anche i commercianti, con la drastica eliminazione di parcheggi che ha desertificato le loro attività.

L’incapacità di gestire il progetto è peraltro già scritta nella storia recente. Basti pensare al nulla di fatto sulla variante dimenticata del tratto di pista ciclabile di via del Vespro: un intervento che ha avuto come unico risultato tangibile quello di togliere parcheggi, anche per disabili, per poi essere stoppato dopo le grandi polemiche e lasciato lì, inutilizzato e senza le modifiche promesse. Un precedente che suona come un sinistro presagio.

Se i disagi pratici non bastassero, c’è la ferita inflitta al patrimonio storico e architettonico. L’apice dello sfregio è stata la rimozione delle due antiche gradinate in pietra della Passeggiata a Mare, un pezzo della storia cittadina degli anni ’20, per sostituirle con due scivoli di cemento che tre docenti della facoltà di Architettura di Reggio Calabria – la stessa dove ha studiato l’assessore Mondello – hanno liquidato senza appello come “buoni per un garage”.

Oggi, di fronte all’ultimo intervento, la politica insorge in modo compatto. Sul punto è ferma la nota di oggi della Senatrice Dafne Musolino.

Dal Pd, Alessandro Russo sottolinea la confusione generata: “La dimensione e la collocazione proprio al centro della Passeggiata, con una segnaletica poco chiara, rischia di disturbare il percorso dei pedoni. La selva di frecce e il percorso scelto appaiono confusionari”.

Da Fratelli d’Italia, il capogruppo Libero Gioveni annuncia battaglia istituzionale: “Porterò la questione già domattina in prima commissione viabilità. Non è possibile inventarsi una ciclabile in aree come la passeggiata a mare, creando potenziali rischi”.

Durissimo l’attacco della Lega con Cosimo Oteri: “Non si può fare transizione ecologica a colpi di follia urbanistica. Questa pista è inutile, dannosa e pericolosa”.

Di fronte a questo disastro su più fronti, la domanda sull’opportunità delle scelte operate fin qui dal vicesindaco ed assessore al ramo, Salvatore Mondello, è più che legittima. Le sue decisioni appaiono largamente non condivise, calate dall’alto con una sicumera che mal si concilia con il ruolo di amministratore. Le repliche piccate a chi osa criticare, parlando di “dover chiarire l’ovvio”, suonano come un’ulteriore beffa per una cittadinanza che l’ovvietà – quella della bruttura e dell’inutilità – la vive sulla propria pelle ogni giorno. D’altronde qualcuno spieghi all’assessore Mondello che non sta di certo arredando il proprio giardino ma che opera sul territorio cittadino e per conto dei messinesi.

Messina merita una visione, non un’improvvisazione. Merita progetti che nascano dall’ascolto, non dall’imposizione. La pista ciclabile della Passeggiata a Mare non è mobilità sostenibile: è il monumento a un’amministrazione che sembra aver smarrito il contatto con la realtà dei suoi cittadini.

Ora si vedrà se e come risponderà a un’opposizione che, finalmente, sembra fare fronte comune.

Foto Todaro
Festa del Mare Spadafora