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Robot Mako “opera” tre pazienti nel Policlinico di Messina

- 11/07/2025
policlinico messina robot

Santonocito, affiniamo metodiche operatorie

Festa del Mare Spadafora

Nel Policlinico G. Martino, a Messina, sono stati eseguiti con successo gli interventi con Mako, il nuovo robot ortopedico in dotazione all’unità di Ortopedia, che erano programmati sui primi tre pazienti: in un caso, 77 anni, per una protesi di ginocchio, in un altro, 65 anni, per una protesi d’anca, mentre un paziente di 55 anni è stato operato per l’inserimento di una protesi femoro-rotulea.

Grazie al robot – dice il Policlinico- in fase pre-operatoria è possibile pianificare l’intervento in modo tridimensionale, così da intervenire in fase di operazione con tagli ossei molto precisi e con possibilità di correzioni submillimetriche.
L’intervento può essere definito “tailored”, cioè cucito in maniera sartoriale sull’anatomia del paziente.
“L’acquisizione del Mako – afferma il direttore generale, Giorgio Giulio Santonocito – rientra in un progetto ampio di sviluppo dell’ortopedia ospedaliera Nel Policlinico. Un percorso complesso che punta all’affinamento di metodiche operatorie (quali il trattamento delle lesioni al legamento crociato, nella chirurgia del ginocchio), alla riorganizzazione dei processi assistenziali tempo dipendenti (nelle lesioni del femore e nel trattamento dei poli traumi), all’ampliamento dei posti letto disponibili (previsto nella nuova Rete regionale) e all’acquisizione di tecnologie all’avanguardia (come nel caso della robotica chirurgica, appunto). Altro tassello è la sperimentazione di nuovi modelli gestionali quali l’Orto-Geriatria (di prossima attivazione) e la Riabilitazione ortopedica in continuità assistenziale con il reparto di acuzie (sulla scia del progetto già avviato con la Riabilitazione Cardiologica) per un trattamento che – attraverso una filiera attentamente progettata- sia in grado di offrire un continuum assistenziale, diagnostico, chirurgico, clinico e riabilitativo, finalizzato al recupero funzionale pieno per i pazienti”.
    “L’esperienza della protesica di ginocchio – spiega il direttore dell’Ortopedia Danilo Leonetti – ci ha insegnato che a fronte di risultati radiografici e di sopravvivenza eccellenti, circa il 20% dei pazienti gestiti con gli approcci tradizionali riferisce insoddisfazione. Lo studio delle anatomie individuali ha messo in luce, infatti, come il posizionamento tradizionale delle componenti protesiche rispetti l’anatomia costituzionale solo nel 13% circa dei pazienti. Grazie al robot invece siamo in grado di agire con una protesizzazione quanto più possibile rispettosa dell’anatomia del paziente”.

Policlinico