Messina, 11 luglio 2025 – Si è svolto stamani nel carcere di Gazzi l’interrogatorio di garanzia di Sebastiano Pirri, il 63enne arrestato lo scorso 9 luglio con l’accusa di aver partecipato all’omicidio del figlio 41enne, Angelo Pirri. L’uomo, assistito dall’avvocato Giuseppe Lo Presti, ha respinto ogni addebito, fornendo la propria versione dei fatti relativi alla tragica sera.
Secondo quanto dichiarato da Sebastiano Pirri davanti al GIP che ha convalidato il suo arresto, avrebbe accompagnato il figlio a Giammoro, dove Angelo aveva un appuntamento con alcune persone. Successivamente, sarebbe tornato a casa per prelevare una valigetta contenente un computer e un drone, con l’intenzione di ritornare dal figlio. Tuttavia, ha sostenuto Pirri, Angelo non lo avrebbe più richiamato, e per questo sarebbe tornato definitivamente a casa. “Fino a che c’ero io con lui – ha ribadito Sebastiano Pirri – non c’è stato alcuno sparo”.
La versione fornita dal padre, però, si scontra con gli elementi raccolti dagli investigatori. Contro di lui ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza che lo riprendono mentre si reca a casa del figlio e transita nella zona di Giammoro, dove poi è stato ritrovato il cadavere di Angelo Pirri. A ciò si aggiungono i tabulati telefonici che localizzano Sebastiano Pirri nella stessa area in orari compatibili con la morte del 41enne. Un elemento cruciale è la registrazione audio di un impianto di videosorveglianza, che ha catturato il suono di una deflagrazione, lo sparo che, secondo gli inquirenti, avrebbe ucciso Angelo, in un orario compatibile con quello del decesso.
Nonostante la sua strenua difesa, Sebastiano Pirri, che ha alle spalle diversi precedenti datati, resta in carcere. Le indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto proseguono senza sosta. L’obiettivo degli inquirenti è fare piena luce sulla dinamica del delitto, individuare eventuali complici e soprattutto chiarire il movente che ha portato a un gesto così efferato.
