
Mentre il progetto I-HUB di Messina affonda tra ritardi, definanziamenti e un futuro sempre più incerto, le parole profetiche della senatrice Dafne Musolino, pronunciate mesi fa su Vocedipopolo.it, risuonano come un amaro epitaffio.
Un’inchiesta sulle ultime, desolanti, tappe di un’opera che rischia di passare alla storia come l’ennesimo monumento allo spreco in terra siciliana.
Messina – Il silenzio assordante delle ruspe, lo spettro di fondi europei in fuga e un progetto che, invece di decollare, sembra inabissarsi nelle sabbie mobili della burocrazia e dell’incapacità amministrativa. Questo è il desolante panorama dell’I-HUB di Messina a fine maggio 2025. Un quadro fosco che, tuttavia, non sorprende chi aveva saputo leggere tra le righe degli annunci trionfalistici e delle promesse da marinaio. Tra questi, la senatrice Dafne Musolino, attenta osservatrice delle vicende messinesi, che già il 16 gennaio 2024, dalle colonne di Vocedipopolo.it, aveva lanciato un allarme tanto circostanziato quanto, purtroppo, inascoltato, prevedendo con sconcertante lucidità il pantano attuale.
L’Ultimo Atto (per Ora): Demolizioni al Palo e Fondi a Rischio Concreto

Gli ultimi accadimenti confermano, punto per punto, le più cupe previsioni. Le demolizioni dell’area della cortina del porto, passaggio cruciale e più volte sbandierato come imminente, procedono a un ritmo esasperante, quando non sono del tutto ferme. L’ultimo annuncio, risalente ai primi di maggio, che prometteva l’arrivo delle ruspe “entro un mese” per abbattere la Casa del Portuale e l’ex Silos Granai, suona oggi come l’ennesima beffa. Fonti interne all’amministrazione, che preferiscono rimanere anonime per timore di ritorsioni, parlano di “ostacoli burocratici insormontabili” e di un “clima di smobilitazione generale” attorno al progetto.
Ma il vero nodo gordiano, come ampiamente anticipato, è quello dei finanziamenti. Il PON Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027, che dovrebbe coprire i circa 50 milioni di euro (già drasticamente ridotti rispetto agli oltre 70 milioni iniziali), impone scadenze ferree: conclusione entro il 2028, collaudo nel 2029. Tempi che, allo stato attuale, appaiono pura utopia. Il rischio, sempre più concreto, è quello di un definanziamento che trasformerebbe l’area dell’I-HUB in un cimitero di cemento e buone intenzioni, con l’aggravante di dover forse restituire le somme già spese. Un incubo che la città di Messina non può permettersi.
Le Parole Profetiche della Senatrice Musolino: Una Cassandra Inascoltata
Rileggere oggi l’intervento della senatrice Musolino del 16 gennaio 2024 su Vocedipopolo.it fa venire i brividi per la sua preveggenza. In quell’occasione, l’ex amministratrice aveva messo nero su bianco tutti i punti critici che oggi stanno venendo al pettine:
- Criticità sulle tempistiche delle demolizioni: La senatrice aveva sollevato seri dubbi sulla capacità dell’amministrazione Basile di rispettare i cronoprogrammi per la demolizione degli edifici, evidenziando come i continui rinvii fossero un sintomo di una pianificazione carente e di una gestione approssimativa. Aveva sottolineato come il ritardo nell’abbattimento della Casa del Portuale, legato al farraginoso passaggio di proprietà dalla Regione al Comune, fosse un ostacolo noto da tempo ma mai affrontato con la dovuta risolutezza.
- Allarme sui fondi e sul rischio definanziamento: Musolino aveva esplicitamente avvertito del pericolo che i ritardi accumulati potessero compromettere l’accesso ai fondi europei del PON Metro, legati a scadenze perentorie. Aveva messo in guardia dal “gioco delle tre carte” sui finanziamenti, paventando che le somme, inizialmente destinate all’I-HUB, potessero essere dirottate o semplicemente perse a causa dell’incapacità di portare avanti il progetto nei tempi stabiliti. La riduzione del budget da oltre 70 a 50 milioni era stata da lei interpretata non come un “risparmio virtuoso”, come sostenuto dall’amministrazione, ma come un primo, preoccupante, segnale di ridimensionamento forzato.
- Dubbi sulla reale visione progettuale: La senatrice aveva anche criticato la mancanza di una visione chiara e di un progetto esecutivo definito per l’I-HUB, sottolineando come si stesse procedendo con le demolizioni senza avere un’idea precisa di cosa sarebbe sorto al posto dei vecchi edifici. Questa “navigazione a vista“, secondo Musolino, era il preludio a ulteriori problemi e a una probabile inadeguatezza dell’opera finale rispetto alle reali esigenze della città. Aveva ironizzato sulla contraddizione di voler creare un “hub dell’innovazione” con metodi gestionali tutt’altro che innovativi.
Le sue parole, allora forse liquidate da alcuni come polemica politica, si rivelano oggi una diagnosi impietosa ma accurata dello stato comatoso del progetto.
Il Silenzio Assordante dell’Amministrazione e il Futuro Incerto
Di fronte a questo scenario, l’amministrazione comunale sembra trincerarsi dietro un silenzio che sa di imbarazzo, se non di ammissione di impotenza. Le rassicurazioni di facciata, elargite a più riprese nei mesi scorsi dal Direttore Generale Salvo Puccio e dallo stesso sindaco Basile, appaiono oggi smentite dai fatti. La promessa di un “cambio di passo“, di una “accelerazione decisiva“, si è infranta contro il muro della realtà.
Cosa ne sarà dell’I-HUB? Difficile dirlo. L’ipotesi di un ridimensionamento drastico del progetto, se non di un suo definitivo abbandono, non è più un tabù. Quel che è certo è che l’area della cortina del porto, che doveva diventare il simbolo della Messina proiettata nel futuro, rischia di rimanere per anni una ferita aperta nel cuore della città, l’ennesima testimonianza di un’occasione mancata.
E mentre i cittadini messinesi attendono risposte concrete, le parole della senatrice Musolino del gennaio scorso continuano a echeggiare, monito severo contro la superficialità e l’arroganza di una politica troppo spesso incline agli annunci e troppo poco ai fatti concreti. Una politica che, evidentemente, non ha imparato la lezione: ignorare Cassandra porta solo a disastri annunciati.
