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Messina, muore a 52 anni dopo un calvario di due mesi e quattro operazioni al Policlinico: Procura apre inchiesta per omicidio colposo

- 21/05/2025
polizia policlinico

Anna Maria Freni è deceduta il 19 maggio. Il marito ha denunciato: “Per i medici alcuni sintomi avevano cause psicologiche”. Disposta l’autopsia e sequestrate le cartelle cliniche.

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MESSINA – Un’odissea sanitaria durata due mesi, scandita da quattro interventi chirurgici e da un progressivo, inesorabile peggioramento, conclusasi con il più tragico degli epiloghi. La Procura della Repubblica di Messina ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo sulla morte di Anna Maria Freni, 52 anni, deceduta lo scorso 19 maggio al Policlinico “Gaetano Martino”. A presentare formale denuncia alla Polizia è stato il marito della donna, assistito dall’avvocato Giuseppe Germanà Bozza, che ora chiede con forza che venga fatta piena luce sulla catena di eventi che ha portato alla scomparsa della moglie.

Il Pubblico Ministero titolare del fascicolo, Anna Maria Arena, ha già disposto il sequestro di tutte le cartelle cliniche relative alla degenza della signora Freni e nelle prossime ore affiderà l’incarico a un consulente medico-legale per l’esecuzione dell’esame autoptico, atto cruciale per accertare le cause del decesso e individuare eventuali responsabilità.

Due Mesi di Sofferenze e Speranze Infrante

Il calvario di Anna Maria Freni, così come ricostruito nella denuncia del marito, inizia il 12 marzo scorso. Forti dolori addominali costringono la donna a un trasporto d’urgenza in ambulanza al Pronto Soccorso del Policlinico. Dopo i primi accertamenti, viene trasferita nel reparto di Chirurgia. La mattina seguente, il 13 marzo, il primo intervento per una sospetta ernia ombelicale. L’operazione, durata alcune ore, comporta l’asportazione di una piccola porzione di intestino. Inizialmente, la paziente sembra riprendersi.

Ma la tregua è breve. Circa sette giorni dopo, una TAC di controllo rivela una possibile deiscenza di una sutura intestinale. Si rende necessario un secondo intervento chirurgico, eseguito presumibilmente attorno al 21 marzo, che i sanitari definiscono riuscito. Tuttavia, il giorno successivo, la 52enne lamenta ancora dolori addominali, mentre i familiari notano un vistoso gonfiore allo stomaco e agli arti. Sintomi che, stando alla denuncia, sarebbero stati liquidati dal personale medico come normale decorso post-operatorio.

La situazione, però, precipita. Il 30 marzo, un sanguinamento dalla ferita chirurgica impone il terzo ritorno in sala operatoria in pochi giorni. Nonostante ciò, i dolori persistono e compare anche la febbre. È in questa fase che, secondo il racconto del marito, di fronte a un evidente peggioramento, parte del personale sanitario avrebbe ipotizzato cause psicologiche per lo stato di sofferenza della donna, arrivando a richiedere un consulto specialistico di natura psichiatrica.

Agli inizi di aprile, il quadro clinico si aggrava ulteriormente. I familiari riferiscono della contrazione di alcune infezioni ospedaliere durante il ricovero. Un’ulteriore TAC evidenzia “gravi problemi all’intestino”. I medici del reparto di Chirurgia decidono quindi di sottoporre la donna a un quarto intervento chirurgico. Al termine di quest’ultimo, Anna Maria Freni viene trasferita d’urgenza nel reparto di Rianimazione, a causa delle severe complicanze derivanti dai precedenti interventi che, secondo quanto appreso, avrebbero irrimediabilmente compromesso il suo stato di salute. Nonostante le cure intensive, la paziente non si riprenderà più, spegnendosi il 19 maggio.

L’Inchiesta e la Ricerca della Verità

L’apertura di un fascicolo per omicidio colposo da parte della Procura messinese è un atto dovuto di fronte a una denuncia così circostanziata. L’ipotesi di reato, in contesti sanitari, si configura quando la morte del paziente potrebbe essere stata causata da negligenza, imprudenza, imperizia o dall’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline da parte del personale medico.

L’autopsia sarà determinante per chiarire diversi aspetti: la precisa causa del decesso, la correttezza delle procedure chirurgiche adottate, la tempestività e adeguatezza delle diagnosi e dei trattamenti successivi alle complicanze, nonché l’eventuale ruolo delle infezioni contratte in ambito ospedaliero. Il consulente della Procura esaminerà nel dettaglio le cartelle cliniche sequestrate, confrontando i dati clinici con gli esiti dell’esame autoptico.

Particolarmente delicato, e certamente al vaglio degli inquirenti, sarà l’aspetto della presunta sottovalutazione dei sintomi fisici, attribuiti a cause psicologiche. Se confermata, tale circostanza potrebbe costituire un elemento rilevante nell’accertamento di eventuali responsabilità. Il percorso legale si preannuncia complesso e richiederà accertamenti tecnici approfonditi. Intanto, la famiglia di Anna Maria Freni, assistita dal proprio legale, attende risposte, con la speranza che l’inchiesta possa fare piena luce su una vicenda che ha trasformato una speranza di cura in una tragedia.

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