
Recupero crediti incisivo da parte della partecipata comunale, esemplificato dal caso di un legale con 16mila euro bloccati. Parallelamente, persistono i disagi per i cittadini: mancata erogazione H24 e ingenti perdite dalla rete.

MESSINA – L’Azienda Meridionale Acque Messina (AMAM) ha intensificato le procedure di recupero crediti nei confronti degli utenti morosi, ricorrendo anche a pignoramenti presso terzi, ovvero direttamente sui conti correnti. Questa linea d’azione, seppur legalmente percorribile per i creditori muniti di titolo esecutivo, sta suscitando un acceso dibattito in città circa l’opportunità e le modalità di tali interventi da parte di un’azienda pubblica che gestisce un servizio essenziale come quello idrico. Un caso che ha recentemente attirato l’attenzione pubblica è quello dell’avvocato messinese Dimitri Salònia, a cui sarebbero stati pignorati circa 16.000 euro. Ma l’avvocato ha ben dimostrato di sapersi difendersi a fronte di bollette molte delle quali datate e fuori dal termine di esigibilità.
La questione centrale sollevata da più parti riguarda la compatibilità tra queste incisive azioni di recupero e la missione di servizio pubblico di AMAM, specialmente in un contesto dove la qualità dell’erogazione idrica presenta da tempo notevoli e documentate criticità. Se da un lato l’azienda ha la necessità di assicurare la propria sostenibilità finanziaria e di contrastare l’evasione, dall’altro la natura di bene primario dell’acqua e le difficoltà economiche di una parte dell’utenza richiederebbero, secondo molti, un approccio più ponderato e socialmente attento.
Si discute, inoltre, se l’applicazione di misure così dirette e talvolta onerose per i cittadini sia interamente consona al ruolo di una società partecipata dal Comune, o se determinate procedure di riscossione coattiva particolarmente invasive non debbano essere prerogativa di enti statali preposti, come l’Agenzia delle Entrate, che operano secondo un quadro normativo nazionale specifico per la riscossione di tributi e sanzioni. La scelta di AMAM di perseguire con determinazione la via dei pignoramenti, con una società esterna (di Montalto Uffugo, CS) a cui è affidata tutta l’operazione, pur nell’ambito delle facoltà legali, pone interrogativi sulle politiche di gestione del credito adottate e sul loro impatto sociale.
Questi interrogativi si acuiscono di fronte alle persistenti problematiche del servizio idrico messinese. L’obiettivo, più volte annunciato, di garantire l’erogazione d’acqua “H24” su tutto il territorio comunale rimane ancora lontano per ampie fasce della popolazione, che continuano a sperimentare turnazioni, interruzioni e una pressione idrica insufficiente, soprattutto ai piani alti degli edifici. A ciò si aggiunge il dato allarmante delle perdite della rete: stime recenti e consolidate indicano che oltre il 56% dell’acqua immessa nel sistema non arriva ai rubinetti degli utenti, disperdendosi a causa di infrastrutture obsolete e carenti di manutenzione.
Questo scenario configura un contrasto evidente: da un lato, un’azione di recupero crediti che non esita a ricorrere a strumenti incisivi; dall’altro, un servizio che fatica a raggiungere standard di efficienza e continuità adeguati. Molti cittadini e osservatori si chiedono se, prima di adottare misure di forza nei confronti dell’utenza, non sarebbe prioritario per AMAM e per l’Amministrazione Comunale, in qualità di socio unico, concentrare sforzi e risorse nel miglioramento radicale delle infrastrutture e nella riduzione degli sprechi.
La situazione attuale richiede una riflessione approfondita da parte di tutti gli attori coinvolti. È necessario trovare un equilibrio tra la giusta esigenza di recuperare le somme dovute, per garantire la funzionalità dell’azienda, e la responsabilità sociale di un ente che gestisce un diritto fondamentale. La trasparenza nelle procedure, la possibilità di piani di rientro personalizzati per le fasce più deboli e, soprattutto, un impegno concreto e misurabile per l’efficientamento del servizio idrico sono passi fondamentali per ricostruire un rapporto di fiducia con la cittadinanza messinese.
