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“Truffa e minacce”. Inchiesta della Procura sul caso Acr Messina.

- 26/04/2025
basile cisse acr messina
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Truffa e minacce. Vola verso un finale amaro e anche oscuro il caso dell’ACR Messina con un esposto depositato da Pietro Sciotto presso la Digos di Messina secondo il quale l’ex patron della squadra avrebbe ricevuto minacce volte ad indurlo a cedere l’ACR. Cessione dalla quale ne sarebbe scaturita, secondo l’esposto, la “truffa” derivante dall’acquisizione della quota maggioritaria da parte di AAD di Doudou Cissé. E’ lo scenario all’interno del quale la Procura di Messina sta indagando e che vede i procuratori Vito Di Giorgio e Fabrizio Monaco impegnati a fare chiarezza in una vicenda che di trasparenza ad oggi sembra averne troppo poca e che sta evolvendo verso il baratro per una squadra oggi abbandonata se non dai propri tifosi. Non piacerà di certo a questi ultimi quel che sta accadendo, il dolore per gli ultimi accadimenti che hanno determinato il rischio retrocessione alla minima serie della loro squadra, adesso si aggrava con una inchiesta che, quanto meno, potrebbe identificare le responsabilità quanto meno penali nella vicenda. Restano però tutte le responsabilità politiche ed i ritardi accumulati, così come la leggerezza con la quale si è assistito, con tappeti rossi e calorosi saluti, ad un passaggio di mano che è stato un vero e proprio precipizio.

In Procura sono stati sentiti Stefano Alaimo il presidente dimissionario di ACR, Simone Banchieri ex allenatore ed il segretario Alessandro Failla.

Nessun riscontro ad oggi, invece, su una voce che asseriva di un imprenditore che avrebbe versato il denaro necessario per il pagamento degli F24. Nessun imprenditore, neanche un euro. Così come risulta non reperibile Cissè.

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