Schifani per De Luca potrebbe essere un insperato vettore per rompere le catene che si è costruito da solo e che lo relegano oggi a Taormina.
Da “ectoplasma” a “padre nobile”. E’ la storia di un “innamoramento politico” davvero al fulmicotone, con un’infiammabilità rapida ed ancora più rapida consunzione. Ma quanto durerà? E quanto è condiviso in Forza Italia il “matrimonio” celebrato ieri al Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, con tanto di “procura” affidata al sindaco di Messina Federico Basile?
SALONE DELLE BANDIERE…
C’erano tutti, compresi i più piccoli ingranaggi del sistema “Messina”, anche coloro che stanno ancora in attesa con il cappello in mano.
Ieri, allo “sposalizio” tra il presidente della Regione e il convitato di pietra, c’erano tutte le truppe cammellate che si spellavano le mani ad ogni piè sospinto di uno Schifani accolto con le palme ecumeniche della Pasqua deluchiana. C’erano tutti, compresi i più piccoli ingranaggi del sistema “Messina”, anche coloro che stanno ancora in attesa con il cappello in mano. Tutti osannanti del “padre siciliano” che improvvisamente da colui che “fa prevalere la logica politico mafiosa sull’interesse dei siciliani”, è diventato sostenibile alleato.
EX SANDERSON: un presidente della Regione completamente circondato, accerchiato
La passeggiata alla ex Sanderson, con il sindaco di Messina in testa, ha mostrato un presidente della Regione completamente circondato, accerchiato, e la presenza del sindaco di Taormina si avvertiva, nonostante la sua strategica assenza. D’altronde a che titolo avrebbe potuto partecipare al “matrimonio” dell’anno? Lui era stato già presente al “fidanzamento” nei locali della Città Metropolitana, sede di Ente pubblico diventato per un giorno segreteria politica di “Sud chiama Nord”, o anche “Nord chiama Sud” come erratamente Schifani ha nominato il movimento del suo nuovo “nemico-amico”.
Il “MIRACOLO POLITICO” a chi conviene?
I malumori ci sono e non sono pochi. Anzi sono diffusi, così come i quesiti sulla convenienza politica di questa fuga in avanti di Schifani
Ma tornando al “miracolo” avvenuto tra De Luca e Schifani, quanto la mossa di Schifani di aver assecondato ed essersi prestato a questo atto di puro trasformismo, è condiviso dal partito del Presidente della Regione?
I malumori ci sono e non sono pochi. Anzi sono diffusi, così come i quesiti sulla convenienza politica di questa fuga in avanti di Schifani, avvenuta senza alcuna concertazione… A chi servirà? A Schifani? Consapevolezza a parte del fatto che la “politica”, quella contro la quale De Luca si è sempre dichiarato intransigente avversatore, non mostra mai evidentemente le ragioni degli accordi e delle “trasformazioni”, non appare affatto chiara quale sia la motivazione di convenienza che ha spinto l’ex avvocato, poi candidato di Berlusconi, poi Presidente del Senato e poi quasi “involontario” candidato presidente della Regione Sicilia.
Ben più chiara è invece la motivazione che ha spinto De Luca a compiere la più incredibile giravolta politica degli ultimi anni. Schifani per De Luca potrebbe essere un insperato vettore per rompere le catene che si è costruito da solo e che lo relegano oggi a Taormina. Un inconsapevole ma formidabile mezzo per riconquistare visibilità e poter costruire un nuovo percorso dopo il naufragio di quello più ambizioso e velleitario naufragato a Monza ed alle europee. Un accordo politico senza pari che ha anche una possibile vittima sull’altare della convenienza politica.
SCURRIA vittima sacrificale?
La vittima sacrificale stava ieri seduta in quarta fila. Ma il sub commissario Marcello Scurria, l’avvocato dalla lunga storia politica e dalle molteplici e solide amicizie politiche, si lascerà immolare sull’altare del trasformismo? Se ieri ha sopportato di essere accantonato ed evitato anche nelle domande su di lui, come ha chiaramente fatto Schifani in modo imbarazzato e infastidito, a favore dell’avvocato ci sono numeri e fatti inoppugnabili che non renderanno facile il suo accantonamento. Di certo non avverrà, se avverrà, nel completo e conveniente silenzio.
MESSINA E IL DEMANIO
Nel frattempo Messina si “accolla” tutto l’abbandonato patrimonio possibile del Demanio che passa la palla ad un Ente, il Comune, ancora in crisi finanziaria, sottoposto a verifica periodica della Corte dei Conti e con una mole di progetti entusiasmante ma pericolosa in termini di cronoprogrammi da rispettare come impone il PNRR entro il 2026. Una scelta politica ed amministrativa, quella di ieri, temeraria per il “guardiano dei conti”. Un rischio sui rischi già assunti che potrebbero avere come vittima dell’eventuale incapacità di rispettare scadenze e progetti solo Messina.
SCHIFANI e DE LUCA? Improbabili…
In ultimo rimane proprio lui: Schifani.
La sensazione è che potrebbe essere un “calesse” che riporterà De Luca nell’alea della visibilità politica per poi fare, dopo l’uso, la stessa fine di tutti gli “alleati” del sindaco di Taormina… A quel punto per Schifani il rischio sarà che venga nuovamente “posato” proprio dai suoi stessi compagni di partito.