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Benessere equo e sostenibile: la Citta Metropolitana di Messina prima per mortalità infantile. Quart’ultima nella graduatoria generale

- 06/11/2024

Il BES 2023 il rapporto sul benessere equo e sostenibile delle Città Metropolitane, , con 62 indicatori, condanna Messina al quart’ultimo posto della graduatoria generale, anche dietro altre città metropolitane del Sud. Ma il dato nel quale appare prima, in termini di negatività, è quello relativo alla mortalità infantile. Il dato si attesta a 5,6 contro quello del 4.7 a Catania e del 2,1 a Palermo.

La CM di Messina mostra una posizione molto sfavorevole per gli stessi indicatori descritti per Napoli, a cui si aggiunge il tasso di mortalità infantile più elevato d’Italia, pari nel 2021 a 5,6 per 1.000 nati vivi (valore per l’Italia pari a 2,6 per 1.000 nati vivi)” si legge nel rapporto.
Analogo discorso vale per le rimanenti CM della Sicilia, Catania e Palermo, sebbene per quest’ultima il tasso di mortalità infantile (2,1) sia al di sotto del livello medio italiano“.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Tra le città metropolitane del Mezzogiorno, quelle con i massimi svantaggi sono: Messina sulla quota di popolazione con almeno il diploma (53,2 per cento; 65,5 per cento la media nazionale), sulla quota di laureati e altri titoli terziari (19,2 per cento; 30,0 per cento in media) e sulla partecipazione continua degli adulti (5,5 per cento contro 11,6 in media).

Messina non brilla neanche per la partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni che registra il dato minimo (5,5 per cento).

Roma ha il valore minimo (87,3 per cento) e Napoli il massimo (99,3 per cento); la partecipazione alla formazione continua, Cagliari con il valore massimo (24,5 per cento) e Messina con il minimo (5,5 per cento); i laureati e altri titoli terziari (Bologna 45,2 per cento, Messina 19,2 per cento) e la quota di bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia (Bologna 38,2 per cento e Reggio Calabria 3,9 per cento).

relativamente all’aumento registrato nella partecipazione alla formazione continua, le città
metropolitane con i più forti aumenti sono Cagliari, Venezia e Roma. Sulla quota di 25-39enni in possesso di titolo terziario, notevoli gli aumenti di Roma, Napoli e Reggio Calabria ai quali fanno da maggiore contrasto Firenze e Messina.

La crescita della quota di persone di 25-64 anni con almeno il diploma registrata a livello nazionale vede il forte contributo, nell’ordine, di Reggio di Calabria, Cagliari, Venezia, Roma e Milano, al quale si contrappone la stazionarietà nuovamente di Messina.

LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA

Gli squilibri territoriali che storicamente caratterizzano il mercato del lavoro italiano risultano confermati dall’analisi degli indicatori del dominio, in cui si ritrova la forte polarizzazione geografica nord-sud. Il confronto di ciascun indicatore del dominio, in termini di distanza di ciascuna città metropolitana dal valore nazionale, evidenzia, infatti, come nelle città metropolitane del Nord e del Centro si rilevino, generalmente, condizioni di benessere migliori rispetto alla media italiana, l’evidenza opposta caratterizza le città metropolitane del Mezzogiorno, in presenza comunque di una notevole eterogeneità, decisamente forte anche all’interno di questa macro-categoria

Le città metropolitane di Calabria (Reggio Calabria), e Sicilia (Palermo, Messina e Catania), si caratterizzano per profili, in termini assoluti, e livelli di benessere nettamente inferiori rispetto alla media-Italia per tutti gli indicatori del dominio.

BENESSERE ECONOMICO

Le CM della Sicilia, invece, sono caratterizzate da livelli mediani decisamente più bassi e più simili a quelli delle altre CM del Mezzogiorno: si passa dai 14.000 euro di Messina, ai 12.500 euro di Palermo e ai 12.200 euro di Catania, valore minimo in Italia. Le CM di Palermo e Messina sono simili in termini di dispersione dei redditi, mentre la CM di Catania mostra la distanza più piccola tra nono e primo decile e una distribuzione dei redditi complessivamente posizionata più in basso.

POLITICA E ISTITUZIONI

Quattro dei sei indicatori territoriali disponibili nel dominio collocano la maggioranza delle città metropolitane su livelli di benessere più bassi del valore nazionale di confronto, segnando nel complesso più svantaggi che vantaggi, con livelli fra i più bassi in Italia. Le diseguaglianze in alcuni casi sono molto marcate: nell’ultimo anno si rilevano ampi gap per la capacità di riscossione degli Enti locali, con valori particolarmente bassi per le Amministrazioni comunali e delle città metropolitane di Catania e Messina, ma anche per la quota di amministratori comunali con meno di 40 anni. I divari sono invece più contenuti per gli altri indicatori.

Messina si distingue in positivo per un basso indice di affollamento degli istituti di pena nel 2023 con un valore (59,9 detenuti ogni 100 posti regolamentari) ben distante dai livelli osservati nel dal resto delle città metropolitane, ma spicca in negativo per la scarsa capacità di riscossione della propria Amministrazione metropolitana che nel 2021 si ferma al 55,7 per cento, quasi 32 punti in meno della media riferita all’insieme delle Province e Città metropolitane italiane.

SICUREZZA

Le città metropolitane mostrano criticità rilevanti per molti dei fenomeni delittuosi analizzati attraverso i sei indicatori del dominio.

Le denunce di rapina aumentano nelle città del Centro-Nord, ad eccezione di Roma, mentre diminuiscono nel Sud e nelle Isole. Gli omicidi, gli altri delitti mortali denunciati e la mortalità stradale in ambito extraurbano hanno avuto evoluzioni differenziate.

AMBIENTE

Gli indicatori del dominio rilevano svantaggi diffusi per le città metropolitane (CM), con la maggior parte delle misure che si posizionano su livelli di benessere inferiori alla media nazionale di confronto.

Nelle CM del Mezzogiorno, la gestione dell’acqua presenta valori uniformemente critici, con percentuali di dispersione dalle reti idriche comunali che vanno dal 44,3 per cento di Bari e Messina, al 55,2 per cento di Palermo e al 54,3 per cento di Catania.

Tra le città metropolitane l’aumento della raccolta differenziata ha riguardato in particolare le città del Mezzogiorno e soprattutto Messina che è passata dal 32,8 per cento al 58,2 per cento, con un evidente recupero del divario rispetto all’Italia

INNOVAZIONE, RICERCA E CREATIVITÀ

Tutti gli indicatori del dominio sono caratterizzati da un’ampia variabilità territoriale, e in alcuni casi da una marcata asimmetria. Le differenze standardizzate dal valore Italia rilevano più frequentemente condizioni di maggior benessere nelle città metropolitane (CM) del Centro-Nord, ma il gradiente territoriale non è netto, e si osservano diverse eccezioni sia in questa macro-area che tra le città metropolitane del Mezzogiorno