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La disperazione dei valenciani, fango e insulti ai reali e a Sanchez

- 04/11/2024

Continuano le ricerche dei dispersi, mentre il bilancio dei morti sale a 217. Alcuni media spagnoli vedono l’ombra dell’estrema destra dietro le contestazioni

AGI – Una popolazione disperata e arrabbiata ha insultato, gettato fango e cacciato via il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, il re Felipe VI e la regina Letizia, domenica, durante la loro visita a Paiporta, comune di Valencia duramente colpito dalle inondazioni che hanno provocato almeno 217 morti.

“Andate via” e “a voi non manca l’acqua”, ha gridato una donna a poca distanza dal volto della regina mentre la folla contestava le autorità, incluso il presidente della regione valenciana, al suono di “assassini” e “figli di puttana”, bersagliandole con fango e oggetti.

Se Sánchez è stato evacuato dalla sua sicurezza e Mazón si è dileguato a metà visita, Felipe VI si è trattenuto a lungo per parlare con il popolo, protetto dalle sue guardie del corpo. Gli incidenti hanno nondimeno portato i reali a sospendere la visita in una seconda città, Chiva. Il monarca ha poi chiesto comprensione per la reazione del popolo. “Dobbiamo comprendere la rabbia e la frustrazione di molte persone per quanto hanno passato di male”, ha detto Felipe VI in una riunione del centro di coordinamento delle operazioni di salvataggio. Da parte sua, Sánchez ha dichiarato alla stampa di riconoscere “l’angoscia, la sofferenza” delle persone colpite, ma di condannare “qualsiasi tipo di violenza”. Mazón ha elogiato l’atteggiamento “esemplare” del re.

Domenica sera i media spagnoli hanno riferito del possibile coinvolgimento di gruppi di estrema destra nella contestazione di Paiporta. “Non permetteremo che gruppi radicali approfittino del dolore della gente”, ha reagito sul social network X la prima vicepresidente del Governo, María Jesús Montero. La popolazione rimprovera alle autorità di non averle avvertite martedì dei forti temporali e di non aver fatto abbastanza per alleviare le loro sofferenze.

Contestato Sanchez e i reali

Il bilancio delle vittime è salito a 217 con l’annuncio del ritrovamento di altri tre morti a Pedralba, Valencia, e di una donna anziana a Letur, nella vicina regione di Castilla-La Mancha, il cui corpo è stato trascinato dalle acque per 12 km. Salvo un altro decesso in Andalusia, tutte le altre vittime sono state registrate a Valencia. Tra i morti anche due cittadini cinesi.

Cinque giorni dopo, l’Agenzia meteorologica statale spagnola (Aemet) ha emesso una bandiera rossa – la più alta – sulla costa valenciana a causa delle forti piogge. Non appena hanno cominciato a cadere le prime gocce su Valencia e dintorni, nel pomeriggio, la polizia ha cominciato a circolare per le strade chiedendo ai residenti con il megafono di tornare nelle loro case. Alla fine, l’allerta è stata ridotta alla categoria arancione poco dopo le 21:00 ma il consiglio comunale di Valencia ha deciso di chiudere le scuole lunedì per rispettare le restrizioni di viaggio imposte dal governo regionale. Alfafar, Chiva, Utiel, Catarroja, Paiporta, Sedaví, Massassa e Aldaia sono alcuni dei comuni valenciani più duramente colpiti d catastrofe.

La Regina di Spagna scoppia in lacrime

La popolazione ha criticato soprattutto la lentezza nella rimozione dei detriti, nella distribuzione degli aiuti e nel recupero dei corpi dai parcheggi e dalle automobili, il governo ha annunciato che un totale di 7.500 soldati e quasi 10.000 poliziotti e guardie civili parteciperanno alle operazioni di rimozione e salvataggio , nel più grande dispiegamento di forze armate mai effettuato in Spagna in tempo di pace. La Polizia nazionale ha annunciato l’arresto di altre 20 persone per saccheggio, portando a un centinaio il totale delle persone finite in manette per questo reato. Papa Francesco ha chiesto questa domenica ai fedeli presenti in Vaticano di “pregare per Valencia e gli altri popoli della Spagna che soffrono molto in questi giorni”.

I temporali di martedì scorso hanno scaricato in poche ore sull’area colpita una quantità d’acqua equivalente a quella che cade in un anno. Le inondazioni hanno distrutto ponti, spazzato via case e trascinato con loro centinaia di veicoli, rendendo difficile l’azione dei servizi di emergenza. “Sono tre giorni che puliamo. Tutto è pieno di fango”, ha spiegato all’AFP Helena Danna Daniella, 39 anni, proprietaria del bar Daniela Chiva a Chiva, mentre puliva il suo locale con l’aiuto della sua famiglia. “È la testa. Se ne va, ti fa impazzire”, ha spiegato riguardo al suo stato d’animo.

Un’ondata di solidarietà ha attraversato la regione e in questi giorni migliaia di volontari hanno viaggiato con pale, scope, acqua e cibo per aiutare i comuni colpiti, in particolare la città di Valencia, la terza più grande della Spagna. Tuttavia, data la minaccia di nuove piogge, le autorità hanno limitato a 2 mila il numero di volontari che potranno accedere alla zona.

AGI