Non è abuso d’ufficio per un sindaco voler salvare i cittadini in difficoltà dio salute e rischio di morte.
Messina, 7 novembre
Vogliamo dedicare all’onorevole Antonello Cracolici ed a quanti sono ancora indecisi, in quanto non hanno probabilmente ben chiara la situazione, in merito alla questione sollevata sul comma 6 discusso e bocciato nell’ambito dell’approvazione a Sala d’Ercole della legge per il Risanamento a Messina.
IN ATTESA DI TRAPIANTO DI POLMONI E CON LA MUFFA E L’AMIANTO IN CASA
Camaro San Luigi, zona d’ambito per il Risanamento di Messina. Ecco questo è uno dei TANTI casi in cui il sindaco di Messina, Cateno De Luca, in qualità di massima autorità sanitaria cittadina potrebbe davvero risolvere velocemente, laddove la “velocità” siginifica RESTARE IN VITA per una donna in attesa di trapianto pluripolmonare. La signora Valeria abita in una casetta con il tetto in amianto ed in un ambiente angusto e maleodorante di muffa stantia: il peggior clima che la sua malattia possa subire. Valeria è giovane ma ha una malattia ipertensiva che sta distruggendo i suoi polmoni a causa della sua abitazione di fortuna. Così come sta minando anche la salute dei suoi due figli, ricoverati dopo solo 15 giorni dalla nascita per broncopolmonite uno e bronscospamo l’altro, il più piccolo.
CON UNA MACCHINA ATTACCATA ALL’AORTA
Valeria vive con una macchina attaccata all’aorta ed appesa al fianco che periodicamente gli instilla una cura che le permette di sopravvivere: “Se la tolgo muoio” dice. Valeria si è rivolta all’Arisme ed ha presentato a maggio di quest’anno la domanda per emergenza abitativa, ma il sindaco ha scarsa possibilità di manovra in queste condizioni, obbligato com’è alla graduatoria. Ma se Valeria non cambia casa in tempi più che brevi rischia di non arrivare in vita al trapianto per cui è in lista. “Chiedo solo il riconoscimento del mio diritto a vivere” dice Valeria, “Chiedo al Sindaco di aiutarmi, l’ho votato ed è anche venuto a trovarmi. Mi ha detto di fare la richiesta per emergenza abitativa ed io l’ho fatta, ma da maggio scorso qui non si è fatto vedere più nessuno” dice sconsolata ed arrabbiata.
L’ASP ED I SERVIZI SOCIALI
Chiediamo se l’ASP si è fatta viva: “Si quì è venuto un medico ma su richiesta dei vigili urbani che hanno fatto il censimento, ma la relazione della mia situazione di salute l’ha mandata ai servizi sociali, tanto che volevano dividere la mia famiglia: io con i miei figli e mio marito altrove. E’ inconcepibile: questo è l’aiuto che immaginano di darci? Mio marito è momentaneamente disoccupato ma percepiamo il reddito di cittadinanza che ci permette di vivere”. Valeria è stata ricoverata più volte ed in emergenza. Gli occhi lucidi ma determinati. “L’Asp dice che non ci sono malati nelle baracche? Ecco, allora si guardi le mie cartelle mediche!”.
NON C’E’ SOLO l’ASBESTOSI…
L’Asp ha accertato che non ci sono casi di asbestosi a Messina (tranne uno) ma ciò non significa che non ci sia l’EMERGENZA. Asbestosi a parte, della quale comunque non si può essere certi di eventuali casi nascosti per irreperibilità, ci sono tante altre emergenza sanitarie individuali, di cui l’ASP ha contezza e che sono almeno 47. Ma questa sola storia, quella di Valeria dovrebbe far ricredere chi non ha ritenuto di votare a favore del comma 6 della nuova legge per il risanamento. Non è abuso d’ufficio, per un sindaco, voler salvare i propri concittadini in difficoltà!
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