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DE LUCA, messaggio alla nazione messinese: “Colpa di quelli che c’erano prima”

- 01/01/2019

De Luca annuncia il “rimpastino” della Giunta. Quali saranno i nomi ed a quali “parrocchie” appartengono.

Messina, 31 dicembre 2018

Sono in questo palazzo perché mi sono voluto mettere in discussione“. Cateno De Luca scarica subito dalle sue spalle le “responsabilità altrui”, così la colpa diventa nuovamente di quelli che “c’eranoprima“, un copione ormai trito e ritrito che non avremmo più voluto sentire. Ma il sindaco non diventa tale in quanto prende nelle proprie mani i problemi e la normalità negata che è ovviamente responsabilità di altri, peraltro a lui conosciuta? De Luca evoca così il “sistema parassitario”, come Accorinti evocava la “corazzata respinta a mani nude”, e la addita quale responsabile della “mediocrità” di Messina, un sistema difficile da estirpare dalle fondamenta di una città che si è rialzata dalle macerie del terremoto, ma che poi si è assoggettata alle lobby ed ai “soliti noti”.

ARIA DI RIMPASTO, ANZI “RIMPASTINO”

De Luca ringrazia la Giunta che “oggi ha rimesso il mandato nelle mie mani“: una frase che preannuncia il “rimpastino” di Gennaio. Quali assessori verranno meno e quali sono i nomi che verranno chiamati a sostituirli? Ed a quali “parrocchie” apparterranno? Lo vedremo presto.

IL BILANCIO DEI PRIMI SEI MESI

Sono stati mesi non facili. Abbiamo combattuto con la cultura del ‘FUTTITINNI'” riferendosi alla macchina comunale nella quale De Luca sottolinea lavorano “dei privilegiati che possono contare su uno stipendio, cosa ben diversa fuori da questo palazzo“. Il riferimento è diretto soprattutto ai dirigenti ed alle loro “mancanze”, ma non solo a loro.

De Luca ha ringraziato il Consiglio Comunale che “ha dimostrato di aver compreso la situazione“. Un Comune in pre dissesto che ha dei limiti “ben precisi”. Una situazione che non può rientrare in quindici anni ma che necessita di strategie condivise per uscire prima dalla crisi economico finanziaria. “E per far questo abbiamo bisogno che il Consiglio Comunale ci segua“.

Scelte forti del Consiglio Comunale” come quella per le partecipate. “Sono un esempio di mala gestio” le partecipate dice De Luca.

“CERTA STAMPA”

E ci risiamo. Anche De Luca, come prima Accorinti, nomina “certa stampa”.

Giornalisti che, secondo De Luca “si permettono di rivestire il ruolo di censore” e non quello che secondo il sindaco dovrebbero rivestire, ovvero il ruolo di meri relatori di notizie. “Certa stampa si permette di emettere sentenze, non solo su cose specifiche ma anche sulla Giunta. O di diventare addirittura elemento di contrasto“. Insomma a De Luca non va giù l’eventuale dissenso giornalistico, la critica a certe sue decisioni, non gradisce il “rimprovero articolato” di una certa leggerezza che sta tra il “dire ed il fare”. De Luca sostiene che “questo non fa bene alla città“, noi riteniamo che proprio i proclami irrealizzabili sono ciò che più fa male ad una città, quella di Messina, che di proclami ne ha vissuti troppi e per troppo tempo. Diversa cosa sono i proclami non realizzati per motivi contingenti e non derivanti dai voli pindarici del sindaco. Per i quali la critica non può che essere costruttiva.

Pertanto se De Luca non gradisce la critica allora proclami quando ci sono le carte in regola per ottenere, anche perché la campagna elettorale è finita da un pezzo.

LO SBARACCAMENTO MANCATO

“Io ne ho commesso errori” ammette De Luca. La dichiarazione di emergenza “avrebbe accelerato le procedure, ma questo non ci ferma. L’obiettivo è quello di togliere questi lebbrosari. “Siamo fermi per le bizze del Istituto Autonomo Case Popolari” che resisterebbe alla strategia dell’Agenzia per il Risanamento. “Dobbiamo avere il coraggio di osare“, dice De Luca…

IL “GESTO” DI TEATRO

Non poteva mancare il “bel gesto“, quello che diventa parte integrante, anzi nodale della strategia di De Luca: è così che il Sindaco mostra e mette a raffronto le due buste paga, quella della Regione, di deputato, e quella di Sindaco. Certo la differenza è sostanziale, così come la sua scelta, che è, appunto, solo sua.

I SALUTI E GLI AUGURI, MA NULLA PER I PRECARI SENZA STABILIZZAZIONE

De Luca saluta Fiumedinisi, ringrazia le Forze dell’Ordine, il Prefetto, le organizzazioni sindacali, i medici, gli infermieri, saluta gli ammalati, i volontari, ringrazia anche la Magistratura e ricorda il suo impegno per la realizzazione del secondo palazzo di Giustizia, compatta i suoi sostenitori “senza dei quali non so come farei“. De Luca saluta anche le deputazioni nazionali e regionali e ne chiede il sostegno, con il mantenimento di “correttezza e lealtà”. De Luca, insomma saluta tutti, urbi et orbi, fa gli auguri di un 2019 che sia quello della svolta, la “svolta che voi avete voluto e della quale mi sento responsabile“. De Luca chiede “pazienza e serenità” per i passaggi necessari che il sindaco annuncia avverranno.

Ma non dice nulla sui precari. Nessuna parola, nessun augurio per quei, secondo De Luca, anche loro “privilegiati” solo perché percettori di stipendio spesso da fame.

Nessuna giustificazione sull’iter mancato della stabilizzazione. Nessuna spiegazione e nessun gesto o parola di scuse. De Luca i 76 precari, a cui ha, questo si, “concesso” la proroga, altrimenti sarebbero rimasti fuori a causa probabilmente di un mancato invio alla COSFEL per la conclusione dell’iter di stabilizzazione, li ha semplicemente ignorati, non rivolgendo loro neanche specifici auguri. Come se non contassero nulla.

Così si conclude la “diretta” social del sindaco di Messina.