Messina, 23 novembre 2018
Hanno lasciato l’aula consiliare i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, tutti meno due, Schepis e Fusco, che hanno infatti votato a favore. Il capo gruppo del Movimento, Andrea Argento, si è subito affrettato a chiarire che “non c’è alcuna spaccatura all’interno del gruppo consiliare“, ma il messaggio che passa appare ben altro.
La liquidazione di ATM era un atto dovuto, stante la situazione finanziaria in cui versa la partecipata. C’entra ma neanche tanto con il Salva Messina. C’entra con il dissesto per quanto attiene la massa debitoria ma il passo verso una SPA era una tappa obbligata per il rilancio di una partecipata che in questo momento non dispone del DURC e che quindi non può dimostrare regolarità fiscale ai fini di qualsivoglia investimento, richiesta di finanziamenti, incassi di crediti. Insomma era un’azienda ingessata incapace di poter fare investimenti. Il Movimento sostiene che “Messina andrà ugualmente verso il dissesto e che sarà la Corte dei Conti a darci ragione”. Sarebbe infatti proprio la Corte dei Conti che secondo il Movimento presto potrebbe dichiarare lo stato di insolvenza irreversibile dell’ente comunale di Messina. Ma tutto è ancora da vedere.
In 23 intanto votano compatti i consiglieri per la liquidazione di ATM, ed i 5 Stelle vanno sotto anche alla votazione per la richiesta di rinvio dei lavori. Votano in 28 ma in 9, i 5 stelle appunto sono i soli favorevoli. Inesperienza? Certamente no. Il punto è che probabilmente non è il momento di far valere l’autonomia del Consiglio Comunale a tutti i costi in un momento in cui il sindaco senza consiglieri sta cercando di salvare la città dal default.
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