Messina, 15 ottobre
Sono le 23:26 e 33 secondi quando l’aula consiliare, dopo ben 12 ore di seduta, conferma a De Luca la sua fiducia sul “Salva Messina”. Il documento del sindaco è passato e con esso tutto ciò che ne consegue: il cambiamento radicale e la corsa verso la rimodulazione del piano di riequilibrio che deve essere esitato entro il 30 dicembre.
Avevamo deciso di NON SCRIVERE nulla finché non fosse finita. Nessun articolo sui “lavori d’aula”, nessuna speculazione o analisi di “strategie”. Semplicemente, avevamo deciso di “astenerci” da qualsiasi interpretazione e di ricevere e scrivere solo del risultato. Dunque: ha vinto il sindaco ed il Consiglio Comunale ha scelto.
Sono 28 i votanti, 2 gli astenuti, 6 i contrari (il Movimento 5 Stelle), 20 i favorevoli. Ma la votazione va letta anche tra le righe, vista la dichiarazione dei 5 Stelle: “non è detto che non voteremo i singoli provvedimenti” hanno dichiarato dagli scranni dell’aula consiliare. Un’apertura che il sindaco ha apprezzato.
E’ accaduto ciò che aveva chiesto De Luca: l’aula si è schierata a maggioranza contro la dichiarazione di dissesto ed il sindaco ha ritirato le dimissioni. Si dimetterà invece dall’ARS De Luca e da questo momento inizierà davvero ad essere il sindaco di Messina. I quasi quattro mesi che lo hanno visto commissario, investigatore, inquisitore ed indeciso se continuare sono passati, adesso inizia la parte più difficile. Nelle settimane che separano l’oggi dalla data entro la quale la prima fase del “Salva Messina” dovrà concretizzarsi con la rimodulazione del piano di riequilibrio sarà caratterizzata da oltre 500 delibere da approvare. Bisognerà riconoscere, rimodulare, disconoscere, ridurre, insomma analizzare ogni singolo debito fuori bilancio che l’amministrazione precedente in modo del tutto semplicistico aveva messo nell’unico calderone del “si”, accettando ogni singola cifra che i creditori del Comune di Messina avevano presentato per un importo totale debitorio di oltre 400 milioni di euro, oltre tutto ciò che si è aggiunto nel 2018. Un impegno non facile dietro il quale si annida il rischio “professionale” di sbagliare e di pagarne le conseguenze per ogni consigliere comunale. In molti così si sono affrettati a stipulare polizze a copertura proprio del rischio di sbagliare.
Il rischio è duplice, complice la fretta imposta dai tempi risicati e dalla mole di lavoro da esaminare: da un lato quello di approvare debiti che potrebbero essere non dovuti e dall’altro quello di rigettare crediti legittimi. In ambedue i casi c’è il danno: erariale nel primo caso, patrimoniale per le ditte ed i professionisti interessati nell’altro. Una faccenda per nulla facile.
Intanto De Luca, che aveva dichiarato “non sarò il sindaco del dissesto”, ritirando le dimissioni dimostra di aver inteso di aver incassato una fiducia dal Consiglio Comunale che dovrà essere riconfermata ad ogni atto, quantomeno nel rispetto dei tempi di esito delle votazioni.
Si è parlato di “macelleria sociale”, di “lavoro sporco”, ma Messina è ad un bivio: o si cambia o si affonda.
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