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Agatha Christie, ATM e i sindacati: “e poi non rimase nessuno”. La rabbia di CGIL e UGL

- 30/09/2025
atm9
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“E poi non rimase nessuno.” La celebre opera di Agatha Christie, che tra l’altro era un racconto breve, si è materializzata in una vicenda molto più lunga e complessa nel mondo dei trasporti urbani a Messina. L’unica differenza, e non di poco conto, è che in questo dramma il palcoscenico non è un’isola, ma la sede dell’ATM, e i protagonisti non sono ospiti in vacanza, ma le sigle sindacali, una dopo l’altra.

Dopo che, in un’escalation di prese di distanza e scioperi, si sono sfilate Orsa, Faisa Cisal, Fit CISL e UIL Trasporti, si pensava che il sipario potesse calare su una scena sindacale desertificata. Invece, proprio quando si credeva di aver visto tutto, ecco che anche le ultime due figure rimaste in piedi, FILT CGIL e UGL, hanno deciso di unirsi al coro, o meglio, al fronte della “guerra sindacale” nei confronti dell’ATM.

Il casus belli, questa volta, è l’erogazione dei premi semestrali. Un tema apparentemente tecnico, ma che ha scatenato una presa di posizione forte da parte dei sindacali, i quali, in una nota interna, contestano “con fermezza quanto recentemente corrisposto ai lavoratori, in quanto non rispecchia in alcun modo i criteri e gli importi stabiliti e formalizzati nei suddetti accordi“. Un dettaglio, forse, ma che si aggiunge a un quadro che si fa sempre più cupo per l’azienda e la sua presidenza. Le sigle sindacali rincaro la dose, definendo il comportamento aziendale “una grave violazione degli impegni assunti oltre che un atto di totale mancanza di rispetto nei confronti delle OO.SS. firmatarie e soprattutto dei lavoratori che legittimamente si aspettavano il pieno rispetto di quanto pattuito”.

Come un gioco a eliminazione, le relazioni industriali si sono gradualmente erose, lasciando in una situazione di stallo un’azienda che dovrebbe essere un fiore all’occhiello per la città. La mossa di FILT CGIL e UGL, che fino a oggi avevano mantenuto un canale di dialogo, è il segnale definitivo di una frattura che si allarga, giorno dopo giorno. La nota dei sindacati è inequivocabile: “È del tutto inaccettabile che un’intesa formalmente sottoscritta venga disattesa unilateralmente senza alcuna preventiva comunicazione motivazione né confronto. Tale atteggiamento mina profondamente il clima delle relazioni industriali e la credibilità stessa della contrattazione ponendo seri interrogativi sul valore attribuito dall’azienda agli accordi sottoscritti“. Il risultato è che, proprio come nel romanzo, alla fine non è rimasto “nessuno” a intavolare una discussione costruttiva, e il futuro dell’azienda e dei suoi dipendenti appare più incerto che mai.

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