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De Luca e la Segretaria “plasmata”: in che senso? Quando il controllore diventa “cosa propria”

- 17/09/2025
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La clamorosa ammissione dell’ex sindaco su Rossana Carrubba e il ruolo del Ministero dell’Interno, che continua a tacere sul palese conflitto di interessi di un controllore che finanzia il controllato.

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Cateno De Luca, con la consueta e tracotante spregiudicatezza che ormai ne definisce il personaggio politico, affida ai social una frase che è una confessione. In un impeto di autocelebrazione, nel ricordare la gestione transitoria di ATM, scrive di aver “plasmato” la Segretaria Generale del Comune di Messina, Rossana Carrubba. Plasmato. Come l’argilla, come una materia inerte a cui dare la forma desiderata. Una parola che, scritta nero su bianco, suona come una rivendicazione di controllo su una figura che, per legge e per ruolo, dovrebbe essere l’esatto opposto: un baluardo di neutralità e legittimità.

È un’affermazione di una gravità inaudita, che scoperchia un sistema e getta un’ombra pesantissima sulla credibilità non solo dell’amministrazione, ma anche delle più alte cariche burocratiche che dovrebbero garantirne la correttezza.

Il Garante al servizio della “pars”

Facciamo un passo indietro. Chi è il Segretario Generale di un Comune? Non è un funzionario qualsiasi, non è un membro dello staff politico scelto per fedeltà. È un alto dirigente della Pubblica Amministrazione, inserito nei ruoli del Ministero dell’Interno e inviato negli enti locali con una missione precisa: garantire la legittimità degli atti. La sua autonomia è, o meglio dovrebbe essere, la spina dorsale della macchina amministrativa, un contrappeso tecnico-giuridico al potere politico di sindaco e giunta. Egli serve lo Stato, non il sindaco di turno.

Leggere, quindi, che il sindaco si vanti di aver “plasmato” l’operato di chi avrebbe dovuto controllarlo non è solo una caduta di stile. È la dichiarazione esplicita di aver piegato un organo di garanzia ai propri voleri, di aver annullato quella “terzietà” che ne costituisce l’essenza stessa. Come può un controllore “plasmato” svolgere il suo ruolo con indipendenza?

Il prezzo della fedeltà

Ma il quadro si fa ancora più torbido. L’affermazione di De Luca non cade nel vuoto, ma si innesta su un precedente già noto e allarmante: le donazioni di denaro che la stessa Segretaria Carrubba ha elargito al partito del sindaco che l’ha nominata. Qui la questione trascende la mera opportunità politica per entrare nel campo dell’etica e della deontologia.

La parola stessa “partito” deriva dal latino pars, parte. Sostenere un partito, a maggior ragione con un contributo economico, significa prendere parte, schierarsi. Come può un organo che ha il dovere costituzionale di essere imparziale e al di sopra delle parti garantire tale neutralità nel momento in cui finanzia una di esse, peraltro quella al governo dell’ente che dovrebbe supervisionare? Come può un Segretario Generale, pagato con i soldi dei cittadini per essere il garante di tutti, diventare il sostenitore di una fazione?

Gli interrogativi inevasi e il silenzio del Ministero

Le domande che emergono sono pesanti come macigni e non possono più essere ignorate, né liquidate come polemica politica.

  1. Cosa intende esattamente Cateno De Luca con “plasmare”? Vuole forse dire di aver indirizzato le decisioni e i pareri tecnici di un organo che doveva essere autonomo?
  2. Come giustifica, la Dottoressa Carrubba, il suo doppio ruolo di controllore super partes e di finanziatrice del partito di maggioranza? Non ravvisa in questo un colossale conflitto di interessi che mina alla radice la credibilità della sua funzione?
  3. E il Ministero dell’Interno? L’organo che nomina, vigila e sanziona i Segretari Generali, cosa intende fare di fronte a una situazione così palesemente compromessa? Continuerà a voltarsi dall’altra parte, avallando con il suo silenzio la trasformazione di un organo di garanzia statale in un’appendice del potere locale?

Questi non sono quesiti retorici. Sono interrogativi che esigono una risposta chiara, pubblica e immediata. In gioco non c’è solo la reputazione di singoli individui, ma la tenuta stessa dei principi di legalità e imparzialità su cui si fonda l’amministrazione della cosa pubblica.

de luca atm
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1 Comment
    Roberto

    Rappresentare le istituzioni con un profilo così basso, sottolineo se i fatti narrati sono veri, è un modo indegno e imbarazzante

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