
MESSINA – Un atto di “eccezionale gravità”, privo di fondamento giuridico e pericoloso per la salute pubblica. Non usa mezzi termini il sindacato COAS Medici Dirigenti Sicilia nel denunciare la proposta di soppressione del Centro di Riferimento Nazionale (CRN) per il Morbo di Hansen (la lebbra), eccellenza sanitaria attualmente operativa presso l’IRCCS Bonino-Pulejo di Messina.
La scure, secondo il sindacato, si nasconderebbe nella bozza di rimodulazione della nuova Rete Ospedaliera Siciliana. Una decisione che, se confermata, cancellerebbe un presidio storico, riconosciuto dall’OMS e fondamentale per la cura di pazienti estremamente fragili.
Un Atto Illegittimo che Viola Leggi Nazionali e Regionali
Secondo l’analisi del COAS, il tentativo di soppressione è palesemente illegittimo perché si scontra con norme di rango superiore. In primo luogo, un decreto assessoriale non può abrogare una Legge Regionale: la L.R. 24/2015 ha infatti sancito il trasferimento del Centro all’IRCCS Bonino-Pulejo, proteggendo i 4 posti letto dedicati, legati alla città da uno storico vincolo di donazione risalente a fine ‘800.
Inoltre, la Regione non può agire unilateralmente. Il Centro di Messina è uno dei quattro presidi nazionali per la cura della lebbra, individuato da decreti nazionali (DPR 1999 e DPCM 2001) e formalmente riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La sua cancellazione rappresenterebbe un’ingerenza nelle competenze dello Stato e un indebolimento della rete di sorveglianza nazionale su una patologia infettiva tutt’altro che scomparsa.
L’Impatto sui Pazienti e il Rischio per la Salute Pubblica
Le conseguenze, avverte il COAS, sarebbero devastanti. I pazienti, spesso in condizioni di fragilità socio-economica, sarebbero costretti a difficili e costose migrazioni sanitarie verso gli unici altri centri rimasti in Italia.
Ma il rischio è anche per la collettività. Sopprimere il centro significa indebolire la prevenzione e il controllo della malattia. Un pericolo reale, considerando che fonti AIFO confermano un aumento dei casi annui registrati in Italia (per lo più d’importazione), con una probabile e pericolosa sottostima del fenomeno a causa dei flussi migratori.
L’Accusa al Management e le Richieste Non Negoziabili
Il COAS denuncia con forza che questo tentativo di soppressione sarebbe “l’ultimo di una serie di gravissime irregolarità gestionali e organizzative perpetrate dal Management dell’IRCCS Bonino-Pulejo”, già segnalate in una precedente nota lo scorso maggio.
Alla luce di questa situazione, il sindacato ha inviato una richiesta di intervento urgente e perentorio alle istituzioni, chiedendo il rispetto di quattro punti definiti “non negoziabili”:
- Immediato reinserimento del Centro nella nuova Rete Ospedaliera.
- Garanzia del mantenimento dei 4 posti letto dedicati, nel rispetto del vincolo testamentario e legislativo.
- Piena formalizzazione istituzionale del presidio, con codici di struttura e di costo autonomi.
- Assegnazione di una dotazione organica stabile e dedicata (medici e personale di comparto) per garantire la piena funzionalità del centro.
Il COAS confida in un sollecito intervento a tutela della legalità e del diritto alla salute sancito dall’Art. 32 della Costituzione, e attende un riscontro formale alla sua istanza.










