
Il consigliere di Fratelli d’Italia chiede un’ispezione della V Commissione Consiliare insieme all’Assessore e alla Messina Social City. “Silenzio inaccettabile, i cittadini hanno perso le speranze”.
MESSINA – A oltre un anno dalla data prevista per la sua riapertura, la Piscina comunale “Cappuccini” resta ancora chiusa e il suo futuro avvolto nel silenzio. A denunciare la situazione di stallo è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Dario Carbone, che torna a chiedere aggiornamenti e pretende un’azione concreta: un sopralluogo della V Commissione Consiliare per verificare di persona lo stato reale della struttura.
Alla visita, secondo la richiesta di Carbone, dovranno essere presenti anche l’Assessore competente e i vertici della Messina Social City, la società partecipata del Comune a cui è stata affidata la gestione dell’impianto.
Un anno di ritardi e tre mesi di silenzio
“La piscina doveva essere riaperta oltre un anno fa ed invece ad oggi permane il silenzio sulla data in cui si potrà ricominciare a fruire di un impianto così importante”, dichiara senza mezzi termini Carbone. Il consigliere sottolinea come, nonostante una delibera di giunta di inizio giugno avesse formalmente trasferito la gestione alla Messina Social City, da allora siano trascorsi tre mesi senza alcuna notizia concreta su lavori, tempi e programmazione.
Questo immobilismo, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, ha generato un profondo sconforto tra la popolazione. “I cittadini messinesi hanno ormai perso le speranze e si sono abituati a una carenza cronica di impianti natatori in città”, afferma Carbone. “Tale sentimento di rassegnazione non può che farci riflettere sulla gestione complessiva degli impianti sportivi in città”.
Un impianto fondamentale per sportivi e disabili
La chiusura della “Cappuccini” non rappresenta solo un disservizio, ma un vero e proprio danno per un’ampia fascia di utenza. “Giornalmente ricevo richieste di informazione da numerosi cittadini”, spiega il consigliere. La struttura, che solo pochi anni fa era considerata un “fiore all’occhiello dell’impiantistica natatoria mediterranea”, è un punto di riferimento non solo per gli atleti che praticano nuoto a livello agonistico, ma anche per semplici appassionati.
Carbone pone un accento particolare su un aspetto sociale cruciale: “Si tratta anche e soprattutto di parenti di soggetti disabili gravi per i quali è fondamentale poter utilizzare una piscina“. Per queste persone, l’accesso all’acqua rappresenta un’esigenza terapeutica e di benessere irrinunciabile, attualmente negata. La richiesta di un sopralluogo mira a rompere il muro di silenzio e a dare finalmente risposte concrete a una città che attende da troppo tempo di potersi riappropriare di un suo bene essenziale.











