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Morte di Raisa Kiseleva, la svolta. Indagato per omicidio il vicino dj

- 17/07/2025
donna uccisa barcellona

La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ipotizza il femminicidio. Decisivi l’autopsia e l’analisi di sei cellulari del dj 60enne, Michelangelo Corica, che per primo parlò di una caduta accidentale nel torrente Longano.

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BARCELLONA P. G. (ME) – Non un tragico incidente, ma un omicidio. Quella che per giorni era sembrata una fatalità, la morte della 75enne di origine russa Raisa Kiseleva, si tinge ora di nero. La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha impresso una svolta decisiva alle indagini, iscrivendo nel registro degli indagati con la pesantissima ipotesi di reato di omicidio volontario il vicino di casa della donna, Michelangelo Corica, 60 anni, noto in città come disc jockey.

La versione iniziale, diffusa dallo stesso Corica, raccontava di un malore, di una perdita di equilibrio e di una caduta accidentale della signora Kiseleva dal muro d’argine di via del Mare, finita nel greto del torrente Longano. Una versione che non ha mai convinto fino in fondo gli inquirenti, anche perché l’uomo non aveva mai allertato i soccorsi.

Le indagini, coordinate dalla Procura guidata da Giuseppe Verzera con la sostituta Veronica De Toni, hanno raccolto elementi che smonterebbero pezzo dopo pezzo la tesi dell’incidente. Gli agenti del Commissariato di Polizia, diretti dal vicequestore Carmelo Alioto, hanno lavorato senza sosta da quando il corpo della donna, ex badante che da Messina si era trasferita a Barcellona, è stato ritrovato il 12 luglio in avanzato stato di decomposizione. La sua scomparsa risaliva a cinque giorni prima, il 7 luglio, ma nessuno ne aveva mai denunciato l’assenza.

Testimonianze, rilievi tecnici e, soprattutto, le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona avrebbero collocato il decesso proprio al 7 luglio, fatto questo che smentirebbe la dinamica della caduta accidentale e spingendo gli investigatori a concentrarsi su Corica, che frequentava abitualmente la vittima.

Durante una perquisizione domiciliare, l’uomo ha consegnato spontaneamente sei telefoni cellulari. Gli apparecchi, alcuni dei quali non funzionanti, sono ora nelle mani dell’esperto informatico Antonino Biondo, nominato dalla Procura per estrarre conversazioni, dati di localizzazione e qualsiasi elemento utile a ricostruire le ultime, drammatiche ore di vita di Raisa.

Il passo successivo, considerato cruciale, sarà l’autopsia. La Procura ha disposto un accertamento tecnico non ripetibile che sarà affidato oggi, alle 14.30, al medico legale Letterio Visalli. L’esame dovrà stabilire con certezza le cause, le modalità e la data esatta della morte, oltre a verificare la presenza di eventuali segni di violenza sul corpo della 75enne. All’incarico parteciperà anche la difesa dell’indagato, assistito dall’avvocato Giuseppe Ciminata.

Michelangelo Corica resta al momento a piede libero. Saranno i risultati dell’autopsia e delle analisi sui cellulari a definire il quadro accusatorio. Se gli indizi raccolti finora troveranno conferma, la Procura potrebbe procedere con la richiesta di una misura cautelare.

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