
Per Messina la diagnosi è severa. È il risultato di anni di mancate programmazioni, di investimenti insufficienti o mal diretti, di una visione politica miope che non ha saputo mettere al centro il benessere dei cittadini in tutte le fasi della loro vita.

MESSINA – L’impietosa pagella è arrivata, e ancora una volta per Messina suonano più le note dolenti che quelle di merito. Gli Indici Generazionali 2025 del Sole 24 Ore, che misurano la qualità della vita nelle province italiane per bambini, giovani e anziani, inchiodano la città dello Stretto a una performance complessivamente mediocre, relegandola nelle retrovie della classifica nazionale e confermando un divario profondo con le aree più virtuose del Paese. Un quadro che impone una riflessione amara e una critica severa sull’efficacia delle politiche messe in campo a livello locale e regionale per invertire una rotta che sembra inesorabilmente diretta verso il basso, soprattutto per le nuove generazioni.
Se l’obiettivo di una comunità dovrebbe essere quello di offrire prospettive e benessere a tutte le fasce d’età, i dati del Sole 24 Ore per Messina nel 2025 dipingono una realtà ben diversa, fatta di carenze strutturali, opportunità mancate e una qualità della vita che arranca, mettendo a dura prova la resilienza dei suoi cittadini.
Bambini: Un’Infanzia a Ostacoli tra Carenze e Promesse Mancate
Per i più piccoli, Messina non brilla certo come un paradiso. L’Indice dei Bambini evidenzia criticità in ambiti fondamentali come la disponibilità di asili nido pubblici, spesso insufficienti a coprire la domanda e con rette che possono pesare sui bilanci familiari. La carenza di spazi verdi attrezzati e sicuri, palestre scolastiche adeguate e una limitata offerta di attività extra-scolastiche di qualità contribuiscono a un punteggio che allontana Messina dalle province leader. Se a questo si aggiungono difficoltà nell’accesso a servizi pediatrici specialistici o una qualità dell’aria non ottimale in alcune zone, il quadro di un’infanzia che cresce con meno opportunità rispetto ai coetanei di altre realtà italiane si fa preoccupante. La domanda sorge spontanea: quali investimenti reali sta pianificando l’amministrazione comunale e regionale per garantire ai bambini messinesi un ambiente più stimolante e servizi all’altezza?
Giovani: Fuga dal Futuro Negato. Messina Non è un Paese per Loro
Ma è sull’Indice dei Giovani (18-35 anni) che Messina, con ogni probabilità, registra la sua performance più drammatica, un vero e proprio bollettino di guerra. La città dello Stretto si conferma terra di emigrazione giovanile, un “non luogo” per chi cerca realizzazione professionale e personale. I parametri che tipicamente affossano le città del Sud in questa fascia sono impietosi: tassi di disoccupazione giovanile alle stelle, una cronica assenza di opportunità lavorative qualificate, un tessuto imprenditoriale poco incline all’innovazione e incapace di trattenere i talenti. L’indicatore sui NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non cercano impiego) è presumibilmente allarmante, così come quello relativo all’imprenditoria giovanile, spesso scoraggiata da burocrazia, mancanza di accesso al credito e un ecosistema poco fertile. L’accessibilità agli alloggi con affitti sostenibili per un giovane lavoratore o studente è un altro nervo scoperto. Di fronte a questa emorragia di futuro, le politiche attive del lavoro e gli incentivi all’impresa giovanile, tanto sbandierati, dove sono? Quali risultati tangibili hanno prodotto per i giovani messinesi, costretti a cercare altrove la propria strada?
Anziani: Tra Resilienza e Bisogno di Assistenza Concreta
Per la fascia degli Anziani (over 65), Messina potrebbe presentare un quadro con qualche, seppur timida, luce, magari legata a un forte senso di comunità o a un costo della vita percepito come inferiore per alcuni beni (anche se l’inflazione recente ha picchiato duro). Tuttavia, le ombre sono spesso più dense. La qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari dedicati, l’assistenza domiciliare per i non autosufficienti, la disponibilità di posti in strutture residenziali adeguate e i trasporti pubblici efficienti per la mobilità della terza età sono spesso note dolenti. Le pensioni medie basse e il rischio di solitudine possono aggravare la condizione di molti anziani. Anche qui, le politiche regionali e comunali sono chiamate a un impegno ben più incisivo per garantire una vecchiaia dignitosa e serena.
L’Immobilismo della Politica e la Chiamata alla Responsabilità
Di fronte a questa ennesima fotografia a tinte fosche, non ci si può più nascondere dietro la retorica del “si sta lavorando” o delle difficoltà oggettive. Gli Indici Generazionali del Sole 24 Ore sono un termometro che misura la febbre di un territorio, e per Messina la diagnosi è severa. È il risultato di anni di mancate programmazioni, di investimenti insufficienti o mal diretti, di una visione politica miope che non ha saputo mettere al centro il benessere dei cittadini in tutte le fasi della loro vita.
Serve un cambio di passo radicale, una presa di coscienza collettiva che parta dalle istituzioni – Comune di Messina e Regione Siciliana in primis – ma che coinvolga tutte le forze vive della città. Continuare a ignorare questi segnali significa condannare Messina a un declino inarrestabile, tradendo le aspettative di chi ancora spera e lotta per un futuro migliore sull’altra sponda dello Stretto. I cittadini messinesi meritano di più di promesse vuote: meritano azioni concrete, progetti lungimiranti e una classe dirigente all’altezza delle sfide. Altrimenti, la domanda “Chi resta a Messina?” troverà risposte sempre più desolanti.
