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Manovra, cambia il cronoprogramma del Ponte: 780 milioni slittano al 2033. Arriva il pacchetto da 3,5 miliardi per ZES, Transizione e previdenza

- 16/12/2025
ministro Giorgetti

Rimodulazione dei fondi per la grande opera: le risorse non spese nel biennio 2024-2025 vengono riprogrammate in coda. Nuovi fondi per edilizia e lavoro.

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ROMA — I tempi della burocrazia ridisegnano, almeno a livello contabile, il percorso del Ponte sullo Stretto. Con un emendamento del governo alla legge di Bilancio depositato oggi, l’Esecutivo rivede la distribuzione temporale delle risorse destinate alla grande opera, spostando una quota significativa, pari a 780 milioni di euro, all’anno 2033.

Non si tratta di un taglio, bensì di una rimodulazione. Il valore complessivo dell’investimento rimane invariato, ma cambia il “ritmo” della spesa. La modifica, come si legge nella relazione tecnica che accompagna il testo, si è resa necessaria «alla luce dell’aggiornamento dell’iter amministrativo». In sostanza, il mancato perfezionamento degli impegni di spesa previsti inizialmente per il 2025 (in conto residui del 2024) ha imposto uno slittamento. I fondi che non sono stati impegnati subito non vanno persi, ma vengono traslati in coda al piano pluriennale, incrementando la dotazione prevista per l’orizzonte temporale più lontano.

Il pacchetto da 3,5 miliardi

La novità sul Ponte è inserita nel più ampio emendamento governativo alla Manovra, il pacchetto di misure dal valore complessivo di circa 3,5 miliardi di euro annunciato ieri dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il testo, atteso dalle forze di maggioranza e opposizione, tocca diversi nervi scoperti dell’economia reale e dell’amministrazione pubblica.

Tra i capitoli principali figurano:

  • Imprese e Zes: Nuovi interventi per le Zone Economiche Speciali e rifinanziamenti per il piano Transizione 5.0, mirati a sostenere la competitività industriale.
  • Previdenza: Confermata la norma sull’adesione automatica alla previdenza complementare (il cosiddetto meccanismo del silenzio-assenso) per rafforzare il secondo pilastro pensionistico.
  • PNRR: Viene introdotto un articolo specifico con disposizioni per la rimodulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, necessario per allineare i progetti agli obiettivi europei in fase di revisione.

Le nuove coperture per Lavoro ed Edilizia

Nelle pieghe delle modifiche tabellari, l’emendamento definisce anche la destinazione delle nuove risorse per il prossimo biennio. I fondi vengono ripartiti tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) e il Ministero del Lavoro, con un focus su politiche abitative e sostegno all’occupazione.

Nel dettaglio, lo schema prevede:

  • Politiche abitative: Allo stato di previsione del Mit vanno 150 milioni nel 2026 e 150 milioni nel 2027 per il programma «politiche abitative, urbane e territoriali».
  • Lavoro: Identica cifra (150 milioni per ciascun anno del biennio 26-27) è assegnata al Ministero del Lavoro per le «politiche passive del lavoro e incentivi all’occupazione».
  • Edilizia statale: La fetta più consistente riguarda il programma «edilizia statale ed interventi speciali e per pubbliche calamità» in capo al Mit, che riceverà 800 milioni nel 2026 e 400 milioni nel 2027.

Tempi supplementari in Parlamento

L’arrivo del pacchetto governativo ha inevitabilmente impattato sui lavori della Commissione Bilancio. Per consentire ai gruppi parlamentari di esaminare le novità e presentare le proprie proposte di modifica al testo dell’Esecutivo, la presidenza ha concesso più tempo: la scadenza per i sub-emendamenti, inizialmente fissata per le 12 di domani, è stata prorogata alle ore 18.00. Una manciata di ore in più per una trattativa che si preannuncia serrata prima dell’approdo in Aula.

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