
Da “animo sereno” a 60mila euro l’anno. Cronaca di una conversione sulla via di Fiumedinisi.

Ci sono stagioni, nella politica di Palazzo, che sembrano scolpite nel granito. E poi c’è Messina, dove il granito pare avere la consistenza del marzapane, pronto a sciogliersi al calore di una poltrona ben remunerata.
Bisogna tornare all’anno di grazia 2018. L’era del “Sindaco Sceriffo” Cateno De Luca albeggiava su Messina. Dai banchi dell’opposizione, una voce si distingueva: quella dell’avvocato Massimo Rizzo, eletto nelle file di Libera Me. Usava il fioretto, l’avvocato. Ma non disdegnava la clava se serviva.
Annotammo, all’epoca, frasi memorabili: “Il sindaco chiuda definitivamente la campagna elettorale ed apra una volta per tutte la fase del confronto“. E ancora, con cipiglio dubbioso: “Il Sindaco lo sa fare? Vedremo! Intanto dimostri di volerlo fare”. Il tutto, si badi bene, suggellato dalla firma che era già un programma politico: “con animo sereno“.
Il tempo, si sa, è galantuomo, o forse solo un abile mediatore. Sono passati sei anni. E quel Rizzo, un tempo “professorino” severo pronto a distribuire addirittura “pagelle” agli assessori deluchiani, oggi dove lo ritroviamo?
Folgorato. Convertito. Sulla via non di Damasco, ma di Fiumedinisi.
Lo ritroviamo “amico”. Così amico di quel sistema (oggi retto dal sindaco Federico Basile, ma il padre politico è noto) da meritarsi un incarico di peso. L’avvocato Rizzo è stato, infatti, nominato Presidente dell’OdV (Organismo di vigilanza) di ATM. Un ruolo tecnico, cruciale. E, dettaglio che certo contribuisce alla serenità d’animo, da 60 mila euro l’anno. Ah, i miracoli della politica. O, come suggerisce il volgo, dei denari.
D’altronde, l’avvicinamento non è di ieri. Questa nuova entente cordiale era già stata unta a febbraio di quest’anno. L’avvocato Rizzo si era infatti accomodato nel Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, in rappresentanza, guarda caso, di Palazzo dei Leoni (sempre orbita De Luca, s’intende).
E chi aveva sostituito? Un certo Davide Maimone. Un nome che, nella grande giostra del “cerchietto magico” deluchiano, non si è certo perso per strada: oggi lo ritroviamo accasato in AMAM. A Messina, pare, la scarsità di nomi nuovi è cronica e le porte girevoli funzionano a pieno regime. Così De Luca, pian piano, fa breccia. Non solo nei cuori, ma pare anche nei portafogli di chi, un tempo, lo guardava con la puzza al naso.
Ma di cosa si occuperà, di preciso, il neo-presidente Rizzo all’ATM? Il suo compito è nobile: vigilare. Prevenire all’interno dell’Azienda Partecipata la commissione di reati. Una sorta di controllore di lusso.
E non sarà solo. L’organismo di vigilanza è un club esclusivo. Con lui siederanno Daniela Cogliandro (per lei un’indennità da 48mila euro in tre anni) e Giuseppe Sterrantino. E chi è Sterrantino? Un dipendente ATM (Ufficio ragioneria), già consigliere comunale, ma soprattutto – e qui sta il capolavoro di ingegneria politica – attuale vice sindaco di Cateno De Luca a Taormina. Ricapitoliamo: un dipendente ATM, nonché vice del “capo” politico, controllerà l’ATM stessa. Quis custodiet ipsos custodes? (Chi controllerà i controllori?). Anche per Sterrantino, immaginiamo, l’emolumento sarà simile.
Ci si chiederà: ma queste nomine? Selezioni? Evidenze pubbliche? Bando? Macché. Chi ha dato la notizia asserisce che il provvedimento non figura nemmeno nella sezione “trasparenza” del Comune di Messina. Una vigilanza che nasce nell’opacità. È già un programma.
Visto che molti di questi nomi, nelle cronache, figurano tra i “donatori volontari” alla causa di Sud chiama Nord, ci si domanda se anche l’avvocato Rizzo si adeguerà a questa generosa consuetudine.
Ma tra le tante citazioni del Rizzo che fu, quello con l’animo sereno, ce n’è una che oggi suona profetica. La migliore descrizione di questa folgorazione sulla via del portafoglio l’ha data proprio lui, parlando della città: “Messina sembra babba ma non lo è“. Appunto.
Con animo tutt’altro che sereno. Il nostro, ovviamente.











