
Quello che denunciavamo ad aprile oggi è una “sconvolgente” novità per la stampa locale. Nel frattempo, sulla linea 39, il pericolo non è mai andato in vacanza.

MESSINA – A volte accadono eventi che hanno del miracoloso. Epifanie giornalistiche, improvvise prese di coscienza che squarciano il velo di una città spesso sonnambula. Oggi, con malcelato stupore, apprendiamo da un collega di un noto quotidiano e tv locale una notizia sconvolgente, un’inchiesta coraggiosa: un bus di linea ATM, pesante oltre 3.5 tonnellate, sorpassa in autostrada con passeggeri a bordo privi di cinture di sicurezza, alcuni persino in piedi. Una rivelazione scioccante.
Esattamente. Mesi fa. Quando ricevemmo il video di un nostro lettore, giustamente allarmato, mostrammo a tutta la città il pericoloso vizietto della linea 39. Un bestione lanciato in corsia di sorpasso, con a bordo utenti che, in caso di frenata brusca, si sarebbero trasformati in proiettili umani.
Cosa seguì al nostro articolo? Il copione messinese più classico: il silenzio assordante di ATM, l’indifferenza totale delle forze preposte al controllo e, naturalmente, il consueto attacco alla nostra testata. Eravamo “faziosi”, i soliti guastafeste intenti a “cercare il pelo nell’uovo” pur di criticare. Eravamo e restiamo “sciacalli” ma che dicono la verità documentata. Il pericolo, a quanto pare, era una nostra invenzione.
Oggi, invece, quelle stesse immagini, quella stessa identica, immutata e pericolosa realtà, diventano notizia. Diventano degne di cronaca.
E allora la domanda, amara e spontanea, sorge: il rischio, ad aprile, era forse un’allucinazione della nostra redazione? La sicurezza dei passeggeri è un concetto a tempo, che si attiva solo quando la denuncia arriva da voci considerate più autorevoli?
Sia chiaro, siamo lieti che qualcun altro abbia finalmente aperto gli occhi. Anzi, lo speravamo. Ma è desolante constatare come in questa città una verità, per essere considerata tale, necessiti di una eco, di una convalida a scoppio ritardato. Per mesi, su quella linea non è cambiato nulla. I passeggeri hanno continuato a viaggiare senza le tutele minime previste dal Codice della Strada, l’azienda ha continuato a ignorare il problema e il conducente a rischiare in proprio.
Adesso che siamo in due a segnalare, forse ATM si redimerà. Forse si accorgerà del rischio abnorme a cui espone i suoi utenti, i suoi dipendenti e la sua stessa reputazione. O forse dovremo attendere la terza, la quarta segnalazione. O, Dio non voglia, la cronaca di una tragedia annunciata.
In una città che dorme, una svegliata ogni tanto, anche se per pochi minuti, è comunque segno che il paziente è ancora in vita. Speriamo solo che non si riaddormenti subito dopo.

