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ATM, i sindacati denunciano: “Rischio sanzione da 100 mila euro per violazione della privacy”

- 08/09/2025
atm sciopero 25
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Dopo un periodo di tregua, torna ad infiammarsi lo scontro tra i sindacati e i vertici di ATM S.p.A. Con una nota congiunta durissima, le sigle Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA rompono il silenzio e accusano l’azienda di trasporti di Messina di “gestione unilaterale e confusionaria”, minacciando nuove e incisive azioni di protesta.

LA SANZIONE

Centomila euro. A tanto ammonta l’accantonamento a bilancio di ATM S.p.A. per far fronte al “rischio derivante dalla notifica di violazione” emessa dal Garante per la protezione dei dati personali. Una potenziale stangata che i sindacati Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA mettono al centro di un durissimo attacco ai vertici dell’azienda, chiedendo se siano stati individuati i responsabili e se questi saranno chiamati a risponderne.​La denuncia sulla possibile sanzione è la punta di diamante di una nota congiunta che segna la rottura di ogni tregua tra le parti. I sindacati accusano la dirigenza di “gestione unilaterale”, di ignorare le richieste di confronto e di promuovere una “perenne propaganda di efficienza” che non corrisponderebbe alla realtà dei fatti.​

Non solo la multa: tutte le accuse – La rottura del dialogo

​In apertura del documento, i sindacati sottolineano di aver tentato un “approccio più sobrio”, accogliendo un invito dell’azienda a moderare i toni sulla stampa. Tuttavia, denunciano come le loro ripetute richieste di chiarimenti su problematiche cruciali siano “rimaste lettera morta”.​

Secondo le organizzazioni sindacali, questo silenzio nasconde l’obiettivo aziendale di “ottenere il definitivo silenzio del fronte sindacale per fare spazio alla perenne propaganda di efficienza”.

I sindacati contestano un principio per cui la dirigenza sarebbe libera di promuovere la propria narrazione, mentre a loro verrebbe imposto il silenzio, una pratica definita “in uso in ambiti liberticidi”.​

Le accuse: da privatizzazioni a disservizi​

La nota elenca una serie di gravi criticità che spaziano dalla gestione del personale all’organizzazione dei servizi, fino a dubbi sulla gestione economica.​

Esternalizzazioni e smantellamento​

Il primo punto sollevato è un presunto e “illegittimo percorso di privatizzazione dei servizi”. I sindacati denunciano che la verifica dei biglietti è stata quasi interamente affidata a privati, mentre i controllori assunti da ATM vengono impiegati in altre mansioni. Allo stesso modo, si contesta il progressivo smantellamento delle officine aziendali a fronte di un “aumento esponenziale” di lavori affidati a ditte esterne. Un recente esempio citato è il servizio di rimozione forzata, depotenziato spostando 6 degli 8 operatori alla guida dei bus, una mossa che, secondo le sigle, prelude all’impiego di carri attrezzi privati.

​Carenza di personale e disservizi

La mancanza di autisti viene definita “cronica”. I sindacati accusano l’azienda di totale assenza di programmazione, ricorrendo a costosi contratti di somministrazione, straordinari programmati d’ufficio e al sistematico rifiuto di ferie e permessi, diritti definiti “costituzionali”. Questa carenza, si legge, porta alla soppressione sistematica di corse dei bus, che diventano “la cartina tornasole di un sistema gestionale improvvisato”.

L’episodio più grave citato risale al 14 agosto 2025, durante la “passeggiata dei giganti”, quando 18 autobus rimasero bloccati in via Garibaldi per ore, interrompendo il pubblico servizio. La causa, secondo la denuncia, fu la mancata comunicazione da parte dei dirigenti di un’ordinanza di chiusura della strada, nota da settimane.​

Gestione interna e dubbi economici​

Le critiche si estendono alla gestione interna:​

Apprendisti: Si accusa l’azienda di aver sfruttato contratti a basso costo senza fornire una reale formazione ai giovani manutentori, spesso relegati a turni di pulizia notturna.​

Relazioni sindacali: Viene denunciato un “accanimento” verso i rappresentanti di sigle “non gradite” attraverso provvedimenti disciplinari e trasferimenti, a fronte di promozioni sospette per i membri di sindacati “collaborativi”.​

Pianta organica: Si contesta la creazione di una nuova direzione aziendale, ritenuta superflua, che comporterà l’assunzione di un nuovo dirigente con un aggravio sulla spesa pubblica.​

Sanzione del Garante Privacy: I sindacati chiedono conto di un accantonamento a bilancio di 100.000 euro per una potenziale sanzione dovuta a una violazione delle norme sulla protezione dei dati personali, chiedendo se siano stati individuati e sanzionati i responsabili.

Ammanchi di cassa: Si chiede chiarezza sulla conclusione di un’inchiesta interna relativa ad ammanchi di cassa, di cui l’azienda aveva pubblicamente parlato senza mai renderne noti gli esiti.​

L’ultimatum

​Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA concludono rinnovando pubblicamente la richiesta di “interventi risolutivi” e avvertono: in assenza di risposte immediate, “saranno poste in essere tutte le azioni sindacali e legali che l’assemblea pubblica dei lavoratori riterrà necessario porre in essere”.

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