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Terza Puntata: Antonio Mazzeo, il peluche e Tony La Piccirella

- Editoriale
01/09/2025
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berte

DI FABRIZIO BERTE’

Antonio Mazzeo e Tony La Piccirella:

Antonio Mazzeo ha scelto l’espulsione immediata. Ha preferito firmare subito la documentazione necessaria per il rimpatrio. Evitando così una detenzione prolungata e forse anche un possibile processo. In casi simili la normativa israeliana prevede infatti fino alle 72 ore di custodia per chi non acconsente al rimpatrio volontario al momento dell’arresto. Antonio Mazzeo è partito da Tel Aviv e all’aeroporto oltre alla polizia italiana lo hanno atteso anche i rappresentanti delle associazioni “AssoPacePalestina”, “Arci” e “Un Ponte Per”. Oltre ai parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra e del Partito Democratico. E poi gli ex compagni di militanza della Democrazia Proletaria. E non sono mancati i messaggi, le prese di posizione e i comunicati del PD e del Movimento 5 Stelle e dei partigiani messinesi guidati da un “evergreen”: il professore universitario pensionato Giuseppe Restifo. Proprio lui ha bocciato l’intitolazione di uno spazio pubblico messinese a Norma Cossetto. Il motivo? “Era figlia di un fascista”. Ma è stata torturata, violentata e gettata viva in una foiba. Giuseppe Restifo da oltre vent’anni è nella commissione per la toponomastica del Comune di Messina ma rappresenta anche l’Anpi. Un evidente conflitto d’interessi? Guai a dirglielo. Ma i compagni di viaggio di Antonio Mazzeo come hanno accolto il suo rientro in patria? Il suo connazionale Tony La Piccirella per esempio ha deciso di non firmare la documentazione necessaria per il rimpatrio. Ha seguito fino in fondo le sue idee. Ha resistito fino alla fine. Ma che ne pensa Tony La Piccirella? Abbiamo parlato con lui ma non siamo stati autorizzati a riportare le sue dichiarazioni. Due telefonate di 22 e 11 minuti. Registrate. Ma noi rispettiamo la sua volontà.

La Piccirella

Tony La Piccirella è di Bari. Ha 35 anni. Fa l’attivista vero e lo skipper. Lui sulla “Handala” è stato il “capitano”. Ha lavorato giorno e notte proprio perché aveva le maggiori responsabilità. Lui stesso ha confermato che Antonio Mazzeo si era imbarcato sulla “Handala” come giornalista e non come attivista. Tony La Piccirella però è un attivista vero e si sta impegnando giorno e notte per il nuovo e nobile progetto della “Global Sumud Flotilla” che tra oggi e domani vedrà partire tantissime imbarcazioni e ben 44 delegazioni di altrettanti paesi: Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e Danimarca. E ancora Thailandia, Malesia, Bangladesh, Sri Lanka, Turchia, Australia, Nuova Zelanda e Quwait. E Tony La Piccirella ci riproverà e partirà nuovamente. Tanti personaggi pubblici e artisti ma anche giornalisti e donne e uomini del mondo dello spettacolo stanno supportando e sponsorizzando questo enorme progetto umanitario. Un progetto nobile e con più imbarcazioni che proveranno a portare aiuti umanitari e non solo giocattoli sulla Striscia di Gaza. E con la “Global Sumud Flotilla” partirà anche Greta Thunberg. Ancora una volta. Ci saranno lei e Tony La Piccirella. Ma non ci sarà Antonio Mazzeo. Ma perché? “Ci sono un po’ di tensioni tra la “Global Sumud” e la “Freedom” – ci dicono alcuni attivisti che però vogliono restare anonimi – Dissidi all’orizzonte? Si sa come vanno a finire queste cose. Anche i movimenti che nascono con le più nobili intenzioni rischiano di sfaldarsi”. E il movimento “No Ponte” è una prova di questo.

9 – L’aneddoto: Antonio e il suo peluche.

Antonio Mazzeo di recente è stato ospitato dal sindaco di Castelbuono Mario Cicero in Piazza Castello. E ha raccontato anche qualche aneddoto del suo viaggio. Riportiamo le sue parole: “La rabbia è tanta. La frustrazione è tanta. È come se avessimo tradito un compito che avevamo assunto con le bambine e con i bambini che a Siracusa e a Gallipoli ci avevano chiesto di consegnare i giocattoli alle sorelline e ai fratellini di Gaza. Di fronte alla “Handala” abbiamo assistito a una vera e propria processione di bambine e di bambini che venivano a portarci orsacchiotti e peluche chiedendoci di regalarli alle cuginette e ai cuginetti che si trovavano dall’altra parte del Mediterraneo. E un giorno le bambine e i bambini ci chiederanno ragione. E ci chiederanno: Dov’eravate quando hanno sterminato la popolazione palestinese? Dov’eravate quando le nostre cuginette e i nostri cuginetti aspettavano un gesto d’umanità? Quando aspettavano un orsacchiotto. Mi hanno chiesto: Ma la gente muore di fame e il vostro problema è che non siete riusciti a portare gli orsacchiotti a Gaza? E io rispondo: sì. Perché in questo momento alla popolazione di Gaza più del cibo e dei medicinali spetta un gesto d’umanità. Quello che avevamo a bordo non avrebbe sfamato neanche per 5 minuti i bambini e le bambine di Gaza. Voi non immaginate quanti videomessaggi ci arrivavano da Gaza. C’erano i rapper di Gaza che scrivevano le canzoni dedicate alla “Handala”. Non fregava niente di ciò che c’era a bordo. Era una goccia nell’oceano. Ma era un simbolo. Un simbolo di speranza. Volevamo portare il calore dei bambini siciliani e pugliesi che guardavano ai bambini e alle bambine di Gaza. Che per loro erano sorelline e fratellini”. E arriva l’aneddoto: “Ho portato con me un souvenir. Un unico souvenir. Era un peluche. Bruttino. Rosso. Sembrava un diavoletto. Quando c’è stato l’assalto di 35 ragazzette e ragazzetti super-armati molti di questi peluche sono finiti sul ponte della barca. Cosa abbiamo provato? Avevamo tradito le speranze e i sogni delle bambine e dei bambini che ci avevano affidato i regali per Gaza. Ci hanno negato Gaza. Ci hanno derubato Gaza. E quando ci hanno fatti sedere sul ponte a un certo punto mi sono trovato avvinghiato alle gambe questo peluche che ho chiamato “Handalino”. E nonostante la mia veneranda età l’unico bisogno di calore che ho sentito è stato quello di potermi stringere a questo peluche. Per tutta la notte. Quando sono spuntate le prime luci dell’alba del giorno dopo ho guardato gli altri 20 compagni di viaggio e una decina di loro abbracciavano un peluche o un bambolotto e una decina di loro lo ha riportato a casa come souvenir. E come ricordo. Come ho fatto io. Che ho riportato a casa quel peluche che non mi è stato sequestrato dalla polizia israeliana”.

10 – Le reazioni:

Nel frattempo il “Coordinamento Messina-Palestina” si è riunito di fronte alla Prefettura per condannare il genocidio e la guerra. Giustissimo. Sacrosanto. Perché ciò che sta accadendo è assolutamente VERGOGNOSO. E questo genocidio va assolutamente CONDANNATO. Senza “se” e senza “ma”. Al volenteroso attivista Antonio Mazzeo però va ricordato che la Sicilia è piena di bambini e famiglie intere che vivono in condizioni di povertà assoluta e di estremo disagio e che avrebbero bisogno di un aiuto concreto. Ma i partigiani e i vecchi nostalgici preferiscono forse guardare lontano. Troppo lontano. Senza percepire i bisogni dei propri “vicini”. Perché è più facile pensare ai bambini palestinesi che ai bambini siciliani. In Sudan i bambini non esistono? O non va di moda parlarne? Nel frattempo Antonio Mazzeo punta il dito contro l’operazione umanitaria avviata dalla Giordania e dagli Emirati Arabi e a cui si sono aggiunte anche la Germania e l’Olanda e l’aeronautica militare italiana. Un’operazione umanitaria che prevede il lancio di enormi pacchi di cibo: “Serve solo a legittimare lo stato di guerra”. Il lancio di tonnellate di aiuti umanitari no. Ma un peschereccio che probabilmente non poteva trasportare merci né passeggeri andava bene? Per Antonio Mazzeo è così.

11 – Tanto rumore per nulla. Una tempesta in un bicchier d’acqua.

Ma chiudiamo con un interrogativo: cos’è la “Freedom Flotilla”? È una flottiglia multinazionale messa insieme da diverse ONG filo-palestinesi sotto la bandiera di “Free Gaza”. Un sodalizio con sede a Cipro formato in prevalenza da militanti della sinistra occidentale. E chi finanza la “Freedom”? Sembrerebbe che le imbarcazioni prevalentemente vengano finanziate da gruppi e associazioni europee e in particolar modo greche e svedesi e dal movimento “Free Gaza” dell’Irlanda. Ma soprattutto dall’Algeria e dal Kuwait. Paesi che sostengono apertamente i terroristi di Hamas. Intanto Greta Thunberg ha annunciato che il 31 agosto salperà probabilmente dalla Spagna con l’obiettivo di portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. E ci sarà anche l’attivista Tony La Piccirella. Ma come mai non ci sarà Antonio Mazzeo? Probabilmente perché il 15 settembre ricomincerà la scuola. E il 27 è il punto di forza suo e di tanti attivisti. Ma anche perché lui da quando è rientrato in Italia non ha mai sostenuto apertamente il progetto della “Global Sumud Flotilla” ma si è soffermato solo sulla “Handala” e sulla sua esperienza con la “Freedom”. Perché? Antonio Mazzeo che è un eccellente giornalista sa bene che un progetto massiccio come la “Global” può incidere molto di più rispetto a quella che è stata la sua avventura sulla “Handala”. E quindi perché non sostenerla apertamente? Antonio Mazzeo è partito sulla “Handala” come giornalista e non come attivista. E in questo momento sta avendo una grande visibilità. Tra interviste e incontri pubblici. Perché non parla della “Global”? C’è un genocidio. E nessuno lo può negare. Israele ha reagito in maniera totalmente spropositata al 7 ottobre 2023. Scagliandosi anche contro gli innocenti e contro la popolazione civile e non solo contro i terroristi di Hamas. In tutto il mondo si parlerà della “Global Sumud”: un progetto che può davvero portare ossigeno a chi ne ha bisogno. All’attivista e collega Antonio Mazzeo chiediamo: perché non sostieni apertamente la “Global Sumud Flotilla”? La Cgil sta sostenendo apertamente la “Global” e si è schierata. Sta supportando questo enorme progetto umanitario. Perché è giusto farlo. Assieme a medici, infermieri, operatori sanitari, giornalisti, scrittori, sindacalisti, imprenditori e donne e uomini dello sport e dello spettacolo. Di tutto il mondo. La “Global Sumud Flotilla” va sostenuta. La “Global Sumud Flotilla” magari non fermerà il genocidio ma al collega Antonio Mazzeo chiediamo di scendere in campo anche stavolta. Ha sostenuto apertamente la “Handala” la “Madleen”. Perché non fare la stessa cosa con la “Global”?

SUDAN
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