Lo “sblocco” era un trasferimento automatico già annunciato dall’assessore regionale Aricò. Ora la vera sfida per l’amministrazione non è celebrare, ma dimostrare di avere progetti subito cantierabili per non perdere le somme.

L’amministrazione comunale di Messina, guidata dal sindaco Federico Basile, si lancia nell’ennesima opera di auto-celebrazione. Con un trionfale comunicato stampa, Palazzo Zanca annuncia lo “sblocco” di due finanziamenti dalla Regione Siciliana, per le annualità 2022 e 2023, per un totale di 34,9 milioni di euro. La narrazione ufficiale parla di “risorse, già programmate ma finora non disponibili”, liberate grazie a un “costante confronto istituzionale” del sindaco Basile e del direttore generale Giuseppe Campagna. Un capolavoro di mediazione politica, sembrerebbe.
Peccato che la realtà, come spesso accade, sia ben diversa e molto meno eroica. Lo “sblocco” di questi fondi non è il frutto di estenuanti trattative o di particolari abilità diplomatiche, ma un semplice atto dovuto e automatico, previsto da una legge dello Stato e applicato a tutte le città metropolitane e ai liberi consorzi siciliani.
Un Meccanismo Automatico, non un Merito Politico
La fonte di questo fiume di denaro è la Legge n. 145 del 30 dicembre 2018. L’articolo 1, comma 883, ha istituito un fondo da 540 milioni di euro destinato proprio alla manutenzione straordinaria di strade e scuole in Sicilia. Un accordo tra Stato e Regione che ha definito un’erogazione scaglionata, con 100 milioni di euro previsti per ciascun anno dal 2021 al 2025. I successivi decreti regionali (il D.A. n. 514/2019 e il D.A. n. 159/2020) non hanno fatto altro che definire il riparto e le modalità di attuazione.
In parole povere: questi soldi spettavano a Messina per legge. Non c’era nulla da “sbloccare”, se non attendere l’espletamento di una procedura burocratica che riguarda tutti gli enti locali siciliani, nessuno escluso. Vendere un atto amministrativo ordinario come una conquista straordinaria è un esercizio di propaganda che offende l’intelligenza dei cittadini.
La Memoria Corta di Palazzo Zanca
Ma c’è di più. La narrazione dell’amministrazione Basile crolla miseramente di fronte a un fatto recente e pubblico. Proprio l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, a margine dell’inaugurazione del viadotto n. 3 a Spadafora, aveva già annunciato l’arrivo di questi fondi. E lo aveva comunicato pubblicamente proprio al Direttore Generale della Città Metropolitana, Pippo Campagna, presente in quell’occasione.
Viene da chiedersi con quale coraggio, a poche settimane da quell’annuncio, lo stesso D.G. Campagna firmi un comunicato che attribuisce il merito dell’operazione a un “costante confronto istituzionale”. Un confronto su cosa, esattamente? Su un trasferimento di fondi già sancito, calendarizzato e persino preannunciato pubblicamente al diretto interessato?
La Vera Sfida: Avere Progetti Pronti
La vera notizia, quella che l’amministrazione Basile omette, è un’altra. L’assessore Aricò è stato chiarissimo su un punto fondamentale: i soldi andranno solo agli enti che possono dimostrare di avere progetti immediatamente cantierabili. La sfida, dunque, non è ottenere i fondi – che, lo ripetiamo, sono un atto dovuto – ma dimostrare di saperli spendere, e in fretta.
La domanda che i messinesi dovrebbero porsi non è “chi ha sbloccato i fondi?”, ma: “L’amministrazione Basile ha dei progetti pronti e cantierabili per impegnare questi 34,9 milioni di euro?”. Su questo si misurerà la vera capacità di governo, non sulla capacità di intestarsi meriti inesistenti. La propaganda finisce dove iniziano i cantieri. E per ora, di certo, si è sentito solo il rumore della macchina mediatica.











