
MESSINA – Il Consiglio comunale di Messina approva la mozione del Partito Democratico per il “cessate il fuoco” a Gaza e il riconoscimento dello Stato di Palestina, ma l’aula si svuota e la votazione passa con il numero legale ridotto al minimo. Un’approvazione che, invece di unire, scatena una durissima polemica politica, con un botta e risposta al veleno tra il PD e la Lega, accusata insieme a Fratelli d’Italia di aver abbandonato i lavori per sottrarsi alla responsabilità del voto.
La Mozione e l’Esultanza del PD
Il documento, presentato dal gruppo Dem, impegnava il sindaco Basile “ad attivarsi per richiedere l’immediato ‘cessate il fuoco’ a Gaza” e per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Approvato con il voto favorevole della maggioranza e di Ora Sicilia, e l’astensione di Forza Italia che ha però garantito il numero legale, il risultato è stato salutato dal segretario provinciale PD, Armando Hyerace, come “una bella pagina per la nostra città” e un “atto di grande valore civile e umano”.
Tuttavia, i consiglieri Dem Alessandro Russo, Antonella Russo e Felice Calabró hanno subito puntato il dito contro l’atteggiamento degli altri partiti di centrodestra. “Registriamo il comportamento a dir poco inaccettabile di Fratelli d’Italia e della Lega”, hanno dichiarato, accusando i primi di aver “silenziosamente abbandonato l’aula” e i secondi di aver tentato di “snaturare” la mozione con delle modifiche. Il PD ha sottolineato come la votazione sia passata con soli diciassette consiglieri, mentre pochi minuti prima erano presenti in ventotto.
Il punto più critico della nota Dem è un riferimento a un voto precedente: “È giusto che la città sappia che pochi minuti prima il Partito Democratico ha votato la mozione sulla proroga dei poteri commissariali di risanamento […] proposta dal gruppo di Fratelli d’Italia. Gruppo che […] si è sottratto alla responsabilità”.
La Replica della Lega: “Concetto di Democrazia Singolare”
Immediata e durissima la replica dei consiglieri della Lega, che ribaltano le accuse. “Un concetto di democrazia davvero singolare quello del PD messinese: chi non la pensa allo stesso modo è inserito nella lista dei cattivi”, esordiscono, definendo la mozione un testo “contro Israele e a favore del regime di Gaza”.
I consiglieri leghisti spiegano di aver lasciato l’aula solo dopo che la loro richiesta di modifiche è stata “respinta con toni aspri”. Ma l’affondo più pesante è proprio sul passaggio del PD relativo al voto precedente. “La cosa ben più grave è che nella nota del PD si afferma lo sconcertante principio del ‘do ut des'”, contrattacca la Lega. “Insomma, a quanto pare per il PD messinese il voto in Consiglio è uno scambio di cortesie e non la legittima espressione di chi ha ricevuto un mandato. Ci dispiace per il PD, ma noi della Lega votiamo solo secondo coscienza e non seguiamo logiche che non ci appartengono”.
La Lega conclude ribadendo la propria posizione a favore della soluzione “due popoli e due Stati” e definendo la mozione del PD “strumentale” e causa di ulteriori tensioni. La vicenda lascia così un Consiglio spaccato, non solo sulla politica internazionale, ma su quello che le stesse forze politiche definiscono il corretto comportamento d’aula.
