

Indignazione è una parola troppo lieve da utilizzare dopo la scoperta dell’ennesimo intervento invasivo, indiscriminato e dissennato del cemento, ormai “RE”, anzi dittatore della città di Messina. L’amministrazione spieghi il perché di questa striscia di cemento che ha letteralmente tagliato a metà la storica piazza Duomo invadendo materiali storici di certo come il basolato lavico di cui è coperta la piazza della chiesa madre di Messina. Anzi spieghi il vice sindaco Mondello perché non vi è traccia di alcuna comunicazione preventiva di questo scempio, l’ennesimo dopo le scale della passeggiata a mare. Dove sono finite le basole laviche? Anche queste nel deposito anonimo di San Filippo? Sotto c’è una grata di scolo? E perché ricoprirla così?
Non si indigni Mondello! Non si stracci le vesti liquidando il diritto di conoscere lo stato delle cose esercitato dagli unici proprietari della città: i cittadini. Spieghi, invece come gli compete, in modo chiaro e pronto cosa è accaduto.
C’entra qualcosa la sabbia che, per l’ennesima volta, invaderà la piazza storica di Messina, la piazza più vincolata della città in quanto patrimonio storico, artistico e culturale cittadino? O è stato fatto per le Forze Armate?
Cosa ne pensa il Soprintendente Spanò? Anche qui si liquiderà la vicenda con una nota di mutuo soccorso? Le basole, se sotto ci sono quelle, sono state “solo coperte”? Si ripristinerà tutto? Perché è stato usato il cemento? Non era meglio non “invadere” ed usare supporti rimovibili? Risponda Mondello.
Ringraziamo l’architetto Nino Principato sempre sul territorio, dimostrando davvero di essere forse l’unica autorità storico-culturale della città di Messina, l’ultima e, purtroppo, unica voce indignata rimasta in questo povero agglomerato di case senza unità, dimentica della propria storia e senza dignità.
