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VISODENT: SORRISI INFRANTI E TRUFFE ANNUNCIATE – L’ANATOMIA DI UN COLLASSO ODONTOIATRICO

- 30/05/2025
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Cliniche svanite nel nulla, pazienti con cure a metà e conti da capogiro ancora da saldare.

Il caso Visodent scuote la Sicilia, da Catania a Messina, riproponendo il copione già visto di catene odontoiatriche che chiudono i battenti lasciando dietro di sé una scia di rabbia e disperazione. Un’inchiesta che affonda il bisturi nelle responsabilità, nei silenzi e nelle possibili connivenze di un sistema che sembra fare acqua da tutte le parti.

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Un incubo a occhi aperti. È quello che stanno vivendo centinaia di cittadini siciliani, da un capo all’altro dell’isola, che si erano affidati alle cure della catena odontoiatrica Visodent. Nelle ultime, roventi, settimane di maggio 2025, le sette cliniche del marchio – incluse le due di Catania e quella di Messina – hanno tirato giù le saracinesche. Improvvisamente. Senza un straccio di preavviso, lasciando i pazienti letteralmente con la bocca amara e il portafoglio più leggero. “Siamo stati truffati!”, è il grido disperato che si leva da chi si è visto interrompere cure già saldate, spesso per intero, e negare persino il diritto di recuperare le proprie cartelle cliniche, ostaggio di chissà chi.

Il “Gioco delle Tre Carte” delle Cliniche Fantasma

La chiusura “da un giorno all’altro” di più sedi contemporaneamente puzza lontano un miglio di azione coordinata, di una strategia di fuga ben orchestrata, piuttosto che di un banale fallimento. Un copione, purtroppo, già visto e rivisto, che ricalca le gesta di altre allegre combriccole del settore dentale finite dritte nel mirino della magistratura. La sparizione sistematica delle cartelle cliniche non è un dettaglio, ma un macigno che aggrava i sospetti: un modo per rendere più ardua la vita ai pazienti che volessero continuare le cure altrove o, peggio, cercare giustizia. Le associazioni dei consumatori, da Codici a Codacons e Federconsumatori, non usano mezzi termini: “disastro sanitario”, “grave episodio di abbandono sanitario”. Codici Sicilia parla di decine di cittadini contattati, ritrovatisi “all’improvviso senza cure, senza documentazione clinica, senza alcuna comunicazione ufficiale… e con finanziamenti ancora attivi per prestazioni mai completate o nemmeno iniziate”.

Messina: L’Ultima Pedina a Cadere nel Domino Visodent

E Messina? La città dello Stretto non è stata risparmiata da questo tsunami. Sebbene le cronache iniziali si siano concentrate maggiormente su altre province, il Codacons, il 29 maggio 2025, ha rotto gli indugi depositando un esposto formale anche presso la Procura della Repubblica di Messina, oltre a quelle di Catania, Ragusa, Trapani e Palermo. Un segnale inequivocabile che il bubbone Visodent ha contagiato anche il tessuto messinese, lasciando pazienti con impianti a metà, protesi pagate e mai viste, e in alcuni casi, come denunciano le associazioni, con infezioni e complicazioni che richiedono ulteriori, costose, cure. Particolarmente agghiacciante la testimonianza raccolta da CataniaToday Dossier di una donna rimasta con due denti mancanti e un’occlusione che le sta provocando vertigini e dolori cronici. Storie di ordinaria disperazione sanitaria ed economica.

Il meccanismo infernale, spesso, era sempre lo stesso: offerte civetta, promessa di pagamenti rateizzati e società finanziarie che erogavano l’intera somma pattuita direttamente alle cliniche Visodent. Un bengodi per chi aveva già in mente di fare le valigie, lasciando i pazienti con un pugno di mosche in mano e un debito da onorare per cure fantasma.

Dietro le Quinte: Una “Cupola” con l’Accento Spagnolo?

Ma chi tira le fila di questa presunta truffa seriale? Le inchieste giornalistiche hanno iniziato a squarciare il velo. Emerge un quadro inquietante che porta dritto in Spagna, dove avrebbe sede la società madre degli studi Visodent. I nomi che circolano sono quelli di “un assicuratore nato a Catania (o agrigentino) e a un imprenditore siciliano già indagato in Spagna“. Una “cupola”, insomma, che, stando a quanto riportato, “non è nuova a vicende similari”, suggerendo uno schema collaudato per mungere i pazienti e poi sparire. Mentre una “VISODENT STUDIO ODONTOIATRICO ASSOCIATO” risulta avere sede legale a Roma, la pista spagnola sembra quella calda, forse una strategia per rendere più ardua la vita agli investigatori e più difficile il recupero del maltolto.

Un Copione Già Scritto: Fallimento o Fuga Annunciata?

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Dissesto finanziario o truffa premeditata? Le modalità della chiusura – improvvisa, senza preavvisi, con le cartelle cliniche volatilizzate – lasciano pochi dubbi. Il modello “low cost” nel settore dentistico, con pagamenti anticipati tramite finanziarie, è una gallina dalle uova d’oro per chi agisce in malafede: si incassa subito l’intero importo e poi chi s’è visto s’è visto. Un film già proiettato, come sottolinea Alfio La Rosa di Federconsumatori Sicilia, che ricorda sinistramente i crac di Dentix, Idental e Dental & Beauty: “studi che chiudono da un giorno all’altro e pazienti beffati”.

La Procura di Catania, sotto la guida del procuratore aggiunto Fabio Scavone, ha aperto un’inchiesta per truffa. Le associazioni dei consumatori, Codacons e Codici in testa, sono sul piede di guerra, con esposti presentati in mezza Sicilia e azioni collettive per tentare di sospendere i finanziamenti e recuperare il maltolto. Sul fronte politico, il senatore M5S Pietro Lorefice ha annunciato un’interrogazione parlamentare, dopo aver già sollevato casi analoghi.

Un Sistema Malato: Oltre la Truffa, la Necessità di Riforme

Il caso Visodent è la punta di un iceberg. Un sistema che permette a catene odontoiatriche, spesso con strutture proprietarie opache e ramificazioni estere, di rastrellare milioni e poi svanire nel nulla, è un sistema malato. La risposta non può essere solo repressiva, quando il danno è già fatto. Servono controlli preventivi più stringenti, maggiore trasparenza finanziaria, garanzie solide a tutela dei pazienti e un ripensamento del ruolo delle società finanziarie, che non possono continuare a lavarsene le mani.

Per i pazienti messinesi e siciliani travolti da questo scandalo, la strada è in salita: segnalare, denunciare, unirsi alle azioni collettive. Ma la vera sfida è per le istituzioni: riformare un sistema che ha tradito troppi sorrisi, prima che la sfiducia diventi una patologia cronica e incurabile per l’intero settore sanitario.

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