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Maltrattamenti alla moglie anche durante la gravidanza: 48enne messinese condannato a 4 anni

- 29/05/2025
tribunale messina

La vittima, dopo anni di violenze fisiche e psicologiche, ha trovato il coraggio di denunciare. L’uomo dovrà anche risarcirla con 10.000 euro.

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MESSINA – Quattro anni di reclusione. È la pesante condanna inflitta dalla prima sezione penale del Tribunale di Messina a un uomo di 48 anni, ora in carcere, riconosciuto colpevole di maltrattamenti aggravati ai danni della moglie, con violenze perpetrate anche durante il periodo di gravidanza della donna.

I fatti, consumatisi prevalentemente nell’abitazione della coppia situata nell’estrema periferia sud di Messina, si sono protratti per un lungo incubo durato dal 2022 al 2024. La vittima, assistita dall’avvocata criminologa Vittoria Santoro, ha trovato il coraggio di denunciare anni di vessazioni, mettendo nero su bianco un calvario di violenze fisiche, terrore e insulti feroci come “morta di fame, pezzente”, accompagnati da epiteti irripetibili volti a screditare anche la sua attività lavorativa.

L’escalation di violenza sarebbe iniziata con un pugno al volto sferrato durante un litigio, che le provocò una ferita. La situazione è drammaticamente peggiorata con l’inizio della gravidanza. Nonostante lo stato interessante, il marito, nel corso dell’ennesima lite, l’avrebbe nuovamente colpita al viso con un pugno, rivolgendo pesanti epiteti anche al bambino che portava in grembo.

Le aggressioni, secondo quanto denunciato dalla donna, sarebbero proseguite. In almeno altre tre occasioni sarebbe stata picchiata. L’episodio che ha fatto traboccare il vaso, convincendola a cercare aiuto, è avvenuto quando, dopo essere stata colpita con un pugno che le ha causato la rottura di un dente, ha accusato un malore. Alla sua richiesta di aiuto, la risposta del marito sarebbe stata agghiacciante: “Non mi interessa, muori”.

Questa disumana reazione ha dato alla donna la forza definitiva per rivolgersi alle forze dell’ordine. Il conseguente processo ha portato alla condanna del 48enne, che oltre a scontare la pena detentiva, dovrà risarcire la parte offesa con la somma di 10.000 euro.

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