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Amam, l’accusa del PD: “Forte con i deboli, debole con i forti”. Pignoramenti ai cittadini, ma in stallo il debito milionario col Comune.

- 29/05/2025
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I consiglieri Russo e Calabrò denunciano: “Migliaia di conti bloccati a famiglie morose, mentre la società idrica non ha versato neanche una rata dei 19,5 milioni dovuti a Palazzo Zanca”.

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MESSINA – “Forte con i deboli e debole con i forti“. È questa la netta definizione con cui i consiglieri comunali del Partito Democratico, Alessandro Russo e Felice Calabrò, hanno bollato oggi l’operato di Amam. Nel corso di una conferenza stampa incentrata sulla situazione debitoria e creditoria della società che gestisce il servizio idrico cittadino, i due esponenti Dem hanno sollevato un pesante interrogativo sulla disparità di trattamento adottata dall’azienda.

Mentre sono in corso, secondo le previsioni di Russo, “tra i 2mila e i 3mila pignoramenti dei conti correnti” a danno di cittadini che negli anni non hanno pagato le bollette – con il rischio, in diversi casi, di possibili errori nelle somme contestate – Amam, d’altro canto, non avrebbe ancora versato “neppure una rata” del debito complessivo di 19 milioni e mezzo di euro che ha nei confronti del Comune di Messina, come risulterebbe dal rendiconto 2024.

Si tratta di somme che l’azienda idrica deve a Palazzo Zanca per la riscossione dei canoni relativi ai servizi per le acque reflue, accumulati tra il 1996 e il 2001. Un debito che era stato oggetto di una transazione durante l’amministrazione del sindaco De Luca, da saldare in dieci anni, a partire dal 2021 e fino al 2030.

Ma a oggi – ha sottolineato Calabrò – Amam non ha pagato neppure la prima rata“. Non solo: secondo i consiglieri, l’attuale amministrazione comunale avrebbe concesso una proroga alla società, permettendole di iniziare a versare le somme dovute solo a partire da quest’anno. “Dunque – è l’amara constatazione – Amam può posticipare i debiti mentre le famiglie no, e si vedono bloccati i conti correnti, visto che la legge consente all’azienda di poterlo fare attraverso una società privata di Cosenza“.

Una situazione che, a detta degli esponenti politici, potrebbe addirittura inficiare la validità della transazione stessa, dato che “di questo piano di ammortamento non c’è traccia, come del recupero delle somme”.

Alessandro Russo ha rincarato la dose, parlando di “arbitrio amministrativo”. “Non tuteliamo gli evasori storici dell’acqua – ha precisato il consigliere Dem – ma vogliamo che la legge sia uguale per tutti, anche per Amam“. La richiesta è quindi quella di una gestione equa e trasparente, che applichi le stesse regole tanto ai cittadini quanto alle società partecipate.

AMAM
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